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Il caso Aermec e i colloqui per l'assunzione

«Non troviamo 50 operai. Ai colloqui vengono con i genitori: "Ma quanto deve stare in fabbrica?"»

L’Aermec di Bevilacqua - colosso mondiale della climatizzazione con 870 dipendenti e un fatturato che quest’anno sale a 350 milioni di euro - da maggio sta cerando una cinquantina di operai da assumere entro la fine 2023 ma non li trova. Lo fa sapere Alessandro Riello, presidente della società fondata nel 1961 dall’ingegner Giordano Riello padre di Alessandro, scomparso a 97 anni lo scorso maggio. «Da inizio anno», esordisce Riello, «abbiamo portato a termine 30 assunzioni, per sopperire il normale turnover dell’attività ma per continuare la nostra crescita servono altri 50 operai da assumere al più presto».

 

I problemi dei colloqui

Le richieste di colloquio non mancano ma il problema spesso è durante il primo incontro. «Molti giovani neo diplomati si presentano con i genitori», afferma Riello, «e sono poi quest’ultimi a confrontarsi con le nostre risorse umane chiedendo gli orari, lo stipendio e le prospettive per il proprio figlio». Come una sorta di procuratore che nel calcio cerca il miglior ingaggio per il suo assistito, così mamme e papà cercano di pianificare l’entrata del proprio figlio nel mondo del lavoro.

Alessandro Riello
Alessandro Riello

«Chiedono se i ragazzi devono lavorare anche al sabato», confida Riello, «e noi spieghiamo che sì, ci sono dei periodi dell’anno dove per necessità produttive è richiesta la presenza anche il sabato mattina con straordinari retribuiti. Basta già questo per allontanarli dall’idea di lavorare da noi».

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Pare di essere di fronte ad un problema generazionale. «Un’altra richiesta che fanno subito i genitori è dopo quanto tempo il proprio figlio passerà dall’officina all’ufficio», sottolinea Riello. «È impossibile dare una risposta immediata. Abbiamo personale che è partito dall’officina ed è arrivato a ruoli dirigenziali, puntiamo molto sui nostri dipendenti, investiamo in formazione e crediamo di offrire possibilità di crescita, ma solo il tempo e l’esperienza portano ad individuare il percorso adatto per ogni persona».

Oggi quindi Aermec, che nel 2016 aveva un fatturato di 168 milioni, quasi raddoppiato nel 2022 (320 milioni di euro) si trova ad affrontare un tipo di crisi che non ha nulla a che fare con la mancanza di risorse primarie piuttosto che la guerra: convincere i giovani che «sporcarsi» almeno nei primi anni della loro carriera non è offensivo. «Una madre al termine del colloquio ha risposto che piuttosto che in fabbrica si tiene a casa il figlio», spiega Riello. «Ci siamo presentati in un istituto tecnico della zona e su 150 ragazzi appena il 10% ha firmato il foglio per venire a conoscere la nostra realtà», spiega Riello.

«Le scuole, assieme alle famiglie, giocano un ruolo educativo fondamentale, devono essere più meritocratiche e plasmare le generazioni future con i valori del rispetto e del sacrificio. E in tutto ciò non aiutano nemmeno influencer e blogger». Aermec, nel frattempo, spera di raggiungere la quota assunzioni prevista entro l’anno. «Non poniamo limiti d’età, cerchiamo persone responsabili, disponibili e con tanta voglia di imparare», conclude Riello.

Francesco Scuderi

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