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REPORTAGE Mancano sette giorni al gran finale di «Stravaganze Imperiali»: il nostro racconto della mostra-evento

VIAGGIO AL CENTRO DELLA MERAVIGLIA

«Stravaganze Imperiali» alle Grotte di Catullo: le olive giganti come un sogno ad occhi aperti, fra colori cangianti e suggestioni ipnotiche. Sirmione non è mai parsa tanto magica
«Stravaganze Imperiali» alle Grotte di Catullo: le olive giganti come un sogno ad occhi aperti, fra colori cangianti e suggestioni ipnotiche. Sirmione non è mai parsa tanto magica
Viaggio al centro della meraviglia

Il turista arrivato da Las Vegas non può capire di primo acchito. Per questo rimane a bocca aperta ancora più a lungo. «Che bello... Ma è di polistirolo?». No. Qui è tutta storia, nella natura. L’arte immersiva, il primato millenario di Grotte che affascinano ad ogni metro, dal grande oliveto al criptoportico, assurto a nuova vita per merito di una mostra-evento che sembra accompagnarti in un’altra dimensione fin dal primo passo in questo luogo magico, illuminato da installazioni dotate di anima più che di led. «Stravaganze Imperiali» è un’esperienza mistica. Si cammina in contemplazione e ci si dimentica tutto quello che si è letto-visto-studiato prima di entrare. Catullo è stato qui o la villa è stata costruita dopo la sua morte? Quanti premi ha ricevuto LaChapelle che domina con i suoi colpi di genio la navata centrale? T’importa poco quando ammiri il suo trittico, straordinaria prova di uno spudorato talento. E LaChapelle sa bene che perfino lui, con la sua personalità strabordante, diventa piccolo di fronte a tanta immensità. Le pareti sulle quali sono proiettate le fotografie, seppur in rovina, hanno resistito nei secoli e sono ancora qui a dimostrare cosa sappia fare l’uomo, su questo pianeta. Il progetto multimediale targato Mai Museum - fortemente voluto dall’amministratore delegato Daniele Alberti e curato nel suo allestimento da Vera Uberti - riesce nell’impresa di far andare a braccetto archeologia e tecnologia. Punta Giamaica brilla di luce diversa grazie a strisce infinite di cavi invisibili per alimentare il cuore elettrico delle opere (nessun chiodo è stato piantato: questo sito è sacro). Le gigantesche olive che accolgono il visitatore lo proiettano in un mondo spaziale in cui sentirsi ora in una puntata del Prigioniero (ricordate l’enorme bolla bianca che insegue il protagonista?), ora in una scena della mai abbastanza citata Eneide televisiva. Si odono voci sussurrare (e non è un’impressione). È la musica di Furio Valitutti ad unire alla perizia del sound designer la finezza dello psicologo: la staffetta sonora porta a calarsi sempre più in una invitante realtà alternativa, regno misterioso in cui come per magìa nervosi ritmi electro si fondono alla quiete ancestrale di prati e rocce, specchiandosi in un lago mai così placido. Il ruggito impressiona, il serpente ipnotizza, il cielo avvolge quest’angolo di paradiso e il tragitto imperiale colora la notte a tinte cangianti, mentre il pensiero scava solchi silenziosi e vi si adagia fino al risveglio dei sensi: il panettone orgasmico ideato dallo chef Andrea Mainardi è un tuffo nel burro e nel cioccolato bianco al profumo d’albicocca che pretende di essere assaporato con le mani, innaffiandolo con il drink prêt-à-porter a base di gin ideato dalla Spirito Cocktails. La degusta-azione finale per addolcire il ritorno alla vita di tutti i giorni, così lontana dalla meraviglia di queste Stravaganze imperdibili.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gian Paolo Laffranchi

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