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Da Christie’s l’8 luglio

Asta record per il Ponte Navi di Bellotto: prezzo base tra 12 e 18 milioni di sterline

Il quadro «Veduta di Verona con ponte Navi» fu dipinto tra il 1745 e il 1747
Il quadro di Bernardo Bellotto Veduta di Verona con Ponte Navi fotografato alla National Gallery of Scotland di Edimburgo. Ora va all’asta da Christie’s
Il quadro di Bernardo Bellotto Veduta di Verona con Ponte Navi fotografato alla National Gallery of Scotland di Edimburgo. Ora va all’asta da Christie’s
Il quadro di Bernardo Bellotto Veduta di Verona con Ponte Navi fotografato alla National Gallery of Scotland di Edimburgo. Ora va all’asta da Christie’s
Il quadro di Bernardo Bellotto Veduta di Verona con Ponte Navi fotografato alla National Gallery of Scotland di Edimburgo. Ora va all’asta da Christie’s

Le dimensioni sono modeste, ma il prezzo stimato per la base d’asta è gigantesco: dai 12 ai 18 milioni di sterline. Stiamo parlando della «Veduta di Verona con ponte Navi», capolavoro di Bernardo Bellotto che andrà all’asta online Old Masters prevista da Christie’s l’8 luglio nella sede di Londra a King Street.

 

Perché questo quadro, dal fascino struggente, che come un gorgo risucchia lo spettatore nella Verona del passato, in quella particolare luce colorata di certe giornate veronesi, ha una storia tutta britannica. Infatti, per anni è stato appeso nella National Gallery di Edimburgo, su una parete rosso antico in mezzo ai capolavori dell’arte italiana. Il ponte delle Navi qui ritratto è quello prima della grande alluvione del 1757: ha la torre scaligera al centro e la rampa per la salita di carri e carretti.

 

Sulla destra, come dice la scheda che accompagnava il quadro nella sala della National Gallery scozzese, si staglia il campanile, la guglia (spire in inglese) di San Fermo maggiore. Il ponte Navi raffigurato da Bellotto era stato costruito negli anni 1373-1375 da Cansignorio della Scala; durante la rotta dell’Adige del 1757 aveva perduto la torre raffigurata proprio in questa veduta che è considerata il capolavoro degli inizio della carriera del pittore insieme al dipinto «Verona da Ponte Nuovo che guarda Castel san Pietro» conservato al Powis Castle in Galles.

 

Bellotto infatti dipinse questa veduta veronese tra il 1745 e il 1747, all’età di circa 25 anni. Il quadro, attorno al quale si è già concentrato un forte interesse dei collezionisti, ha una provenienza britannica aristocratica che risale al 1771. Duecento anni dopo finì una prima volta all’asta da Christie’s e in quel 1971 venne acquistato dall’attuale proprietario che due anni dopo lo affidò in prestito a lungo termine alla National Gallery of Scotland di Edimburgo.

La scheda che accompagnava il quadro alla National Gallery scozzese
La scheda che accompagnava il quadro alla National Gallery scozzese

Tanto interesse per quest’olio su tela è dovuto a una particolare combinazione: innanzi tutto perché Bernardo Bellotto, veneziano, è stato uno dei più celebri vedutisti, un talento prodigioso nipote di Antonio Canal detto Canaletto e da lui imparò i segreti dei vedutisti, utilizzando spesso lo stesso soprannome dello zio. E dallo zio apprese, riuscendo a migliorare, la capacità di rendere le vedute fresche, chiare, animate come nei giorni di mercato, con le attività quotidiane della gente al lavoro, come in questo quadro dove sono rese con grande maestria sia la navigazione sull’Adige che le figure veronesi sul ponte.

 

Inoltre, altra particolarità di quest’opera è la rarità della veduta di Ponte delle Navi in questa combinazione, con la torre scaligera prima della distruzione per la furia dell’Adige del 1757. Da notare poi l’accurata resa dei dettagli della città, la guglia di San Fermo, la luce del sole che abbraccia tutta la scena, i riflessi sull’acqua, la dinamicità delle imbarcazioni, i giochi dell’ombra in primo piano. Un capolavoro che proiettò Bellotto alle corti più famose d’Europa, da Monaco a Vienna a Dresda e proprio in quest’ultima città sono custodite alcune strepitose vedute di Venezia del Canaletto che vennero salvate dall’alluvione dell’Elba nel 2002 con il contributo proprio della Regione Veneto.•.

Maurizio Battista

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