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Intervista al missionario comboniano

Ucraina, padre Alex Zanotelli: «Anche l'Occidente è padre di questo conflitto. Troppe divisioni sulla pace»

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Padre Alex Zanotelli
Padre Alex Zanotelli
Padre Alex Zanotelli
Padre Alex Zanotelli

L’Occidente ha dato il suo contributo nella preparazione di questa guerra tra Russia e Ucraina, le responsabilità sono molte e soprattutto le voci per la pace sono poche, deboli: prevale il silenzio anche per una certa incapacità dei movimenti pacifisti di lavorare assieme. Padre Alex Zanotelli è tra coloro che condannano Putin senza dubbio ma anche certe logiche perseguite negli anni dall’Occidente.

Missionario comboniano, già direttore di Nigrizia, promotore dei Beati i costruttori di pace, da sempre ha portato avanti la battaglia contro le armi e ora nel rione Sanità di Napoli prosegue in prima linea la sua missione sociale tra gli ultimi.

 

Padre Alex, si aspettava una guerra in Europa?

Non mi sarei mai aspettato che saremmo arrivati a questo punto, anche se prevedevo che prima o poi ci saremmo cascati. Ma ho trovato molto, molto grave il silenzio al quale stiamo assistendo, mi fa una paura enorme. Al di là del Papa, l’unico leader mondiale politico, un vero profeta, per il resto la Conferenza episcopale e le comunità cristiane sono in silenzio. Ed era proprio lo scopo dei Beati i costruttori quello di lavorare sulle comunità cristiane perché prendessero come priorità questo problema della pace.

 

Le responsabilità di Putin sono davanti al mondo, una guerra d’aggressione evidente...

Se siamo arrivati a questo disastro non è solo per responsabilità di Putin ma anche dell’Occidente: le responsabilità sono comuni da ambedue le parti.

 

Perché?

È chiaro che quello che sta facendo Putin è una cosa assurda, una guerra di aggressione, una condanna totale, però l’abbiamo preparata noi. Solo così me lo spiego. Quando è caduto il muro di Berlino, l’accordo tra Gorbaciov e Reagan era che la Nato non doveva entrare nei Paesi dell’ex Patto di Varsavia, invece abbiamo continuato a farlo, li abbiamo fatti entrare nell’Unione europea e nella Nato. È chiaro che a quel punto la Russia si è sentita accerchiata. Non abbiamo badato nella giusta misura, poi, alla crisi profonda che c’era in Ucraina dopo gli accordi del 2014.

 

La paura è che si sia rotto un fragile equilibrio tra est e Ovest, è così? Ora può accadere di tutto?

Io sostengo che ha ragione Papa Francesco quando nell’enciclica «Fratelli tutti» dice che oggi con le armi batteriologiche, chimiche e nucleari che abbiamo non ci può più essere una guerra giusta perché rischiamo di precipitare nel baratro. Ci sono due baratri molto connessi tra loro: il baratro dell’inverno nucleare e il baratro dell’estate incandescente con la crisi climatica. L’uomo deve decidere se vuole vivere o se vuole morire.

 

Le colpe di Putin però sono evidenti no? Da anni preparava questo piano espansionistico per la grande madre russa, dice bugie al suo popolo e ai suoi soldati... Andava fermato prima?

Non accetto più questi ragionamenti. Putin è un farabutto, va bene, ma noi che esempio abbiamo dato con la guerra in Iraq costruita tutta su bugie? Che esempio abbiamo dato in Afghanistan dove non abbiamo prodotto nulla, altro che l’esportazione della democrazia. Non è che possiamo puntare il dito contro questo o quello, è il modo giusto per andare allo scontro. Ricordo le parole dell’arcivescovo americano di Seattle, Raymond Hunthausen: dobbiamo ricordarci che gli Usa sono prigionieri del complesso militare industriale. Lo disse anche Eisenhower nel suo ultimo discorso alla nazione, riferendosi all'intreccio di interessi e affari tra gruppi industriali. È assurdo tutto questo, Ma noi ci siamo dentro.

 

Rispetto alla Guerra Fredda stiamo tornando indietro?

Secondo me lo scopo di questa guerra anche da parte nostra è quella di creare il nemico e lo dipingiamo come tale. Il caso scoppiato per la lezione universitaria su Dostoevskji è paranoia pura, che però ci permette di armarci sempre di più contro il nemico e quindi fare sempre più guerre. La creazione del nemico ci farà tornare alla logica dei blocchi e il ministro russo Lavrov ha già detto che avremo di nuovo la Cortina di ferro. E questo, del resto, è quello che cerchiamo.

 

C’è spazio oggi per i Beati i costruttori di pace?

Il movimento per la pace in Italia conta su molte realtà ma è frantumato e questo è molto grave. Dobbiamo fare autocritica e sederci tutti attorno a un tavolo per far partire un grande movimento di pace, anche dentro la Chiesa che fuori. C’è solo il silenzio di chi è intirizzito dal terrore. ma Gesù dice a Pietro: metti giù quella spada. O abbracciamo la non violenza o è finita, non c’è più spazio per le guerre giuste.

 

Padre Alex Zanotelli è un missionario comboniano, ex direttore di «Nigrizia», fondatore di Beati i costruttori di pace. A lungo in Africa, in Sudan e in Kenya nelle baraccopoli di Nairobi, oggi vive nel difficile rione Sanità a Napoli.

 

Maurizio Battista

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