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Tutto iniziò col Manifesto di Marinetti

Il Futurismo è stato un movimento artistico e culturale italiano dell’inizio del XX secolo. Ebbe influenza su movimenti affini che si svilupparono in altri paesi dell’Europa (in particolare in Russia e Francia), negli Stati Uniti e in Asia. I futuristi esplorarono ogni forma di espressione, dalla pittura alla scultura, alla letteratura (poesia e teatro), la musica, l'architettura, la danza, la fotografia, il cinema e persino la gastronomia. La denominazione ufficiale del movimento si deve al poeta italiano Filippo Tommaso Marinetti. Nel Manifesto Futurista (1909), pubblicato inizialmente in vari giornali italiani, la Tavola Rotonda di Napoli, la Gazzetta dell’Emilia di Bologna, la Gazzetta di Mantova, L'Arena di Verona e poi sul quotidiano francese Le Figaro il 20 febbraio 1909, Marinetti espose i principi base del movimento. A Milano nel febbraio 1910 i pittori Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini e Luigi Russolo firmarono il Manifesto dei pittori futuristi e in aprile il Manifesto tecnico della pittura futurista. Nei manifesti si esaltava la tecnica e si dichiarava una fiducia illimitata nel progresso, si decretava la fine delle vecchie ideologie. Si esaltavano il dinamismo, la velocità, l’industria, il militarismo, il nazionalismo e la guerra.

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