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Astronomia

Su una luna di Urano c'è la «rupe di Verona»: è la più alta di tutto il sistema solare

La rupe di Verona
La rupe di Verona
La rupe di Verona
La rupe di Verona

Venti chilometri di altezza, come a dire, più di due volte l'Everest o, visto il nome che porta, quasi dieci il Carega. La rupe di Verona (Verona Rupes per gli anglofoni) si trova su Miranda, una luna di Urano, ed è la più alta scogliera conosciuta del sistema solare. Omaggia la nostra città perché i nomi di tutte le zone di interesse del satellite sono legati alle opere di William Shakespeare: Miranda non è che un personaggio de «La tempesta», mentre la rupe evoca il romanticismo e la tragedia che si rincorrono in «Giulietta e Romeo».

Il corpo celeste, chiamato anche Urano V, è stato scoperto nel 1948 e le foto di cui disponiamo, fra le quali quella della rupe di Verona, sono state scattate nel 1986 dalla sonda spaziale Voyager 2. «Purtroppo della rupe abbiamo una sola immagine», racconta Matteo Miluzio, scienziato per He Space all'Esa, l'agenzia spaziale europea, di Madrid, «perché Urano è uno dei luoghi più remoti del sistema solare: si trova a quasi tre miliardi di chilometri da noi». Miluzio è nel team impegnato nella missione spaziale Euclid, che nella seconda metà del 2022 indagherà la distribuzione della materia oscura nell'Universo.

È anche un apprezzato divulgatore: ha collaborato con i veronesi di Meteo4 ed è soprattutto fra i maggiori contributori di Chi ha paura del buio?, seguitissima pagina facebook dedicata alla divulgazione scientifica, in particolar modo a quella spaziale. La genesi di quel luogo che riecheggia le vicende di Montecchi e Capuleti mantiene una parte di mistero: «Non si sa ancora come si sia formata una scarpata così profonda», racconta l'astrofisico, «ma la causa potrebbe essere un corpo che si è schiantato sulla superficie di Miranda, squassandola al punto da creare spaccature di questa portata».

Con gli sforzi degli astronauti impegnati a conquistare Marte e a «riconquistare» la Luna, un approdo a Urano e alle sue lune è qualcosa di estremamente remoto: «ma se un giorno lontano riuscissimo ad arrivare ad esplorare anche questo luogo misterioso del sistema solare e decidessimo di fare un tuffo dalla sommità della rupe, impiegheremmo ben dodici minuti per arrivare alla sua base, per via della bassissima accelerazione di gravità di Miranda, pari a un centoventiquattresimo di quella terrestre. Non essendoci atmosfera non servirebbe nemmeno un paracadute: sarebbe a tutti gli effetti una caduta libera. Nonostante la bassa gravità arriveremmo comunque al suolo con una velocità di circa 200 km all'ora».

E qui Miluzio si fa frate Lorenzo, con soluzione al dramma più tecnologica rispetto alla pozione offerta a Giulietta dal religioso: «potremmo ancora sopravvivere», ipotizza, «con il semplice utilizzo di un airbag per attutire il colpo».

Riccardo Verzè

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