Bilancio più che positivo alla chiusura dell’anno di lavori dell’Università dell’educazione permanente, che ha festeggiato alla Gran Guardia, in un auditorium affollatissimo, la conclusione delle lezioni, e insieme la nomina del dottor Luigi Grezzana a nuovo rettore. E mentre già sono in campo i progetti per il prossimo anno, il «padre» della geriatria veronese riflette, tra i fondatori dell’istituzione che oggi conta tremila iscritti e oltre cento docenti, su quanto questa realtà sia cresciuta in questi trent’anni, passando da una iniziale finalità prevalentemente sociale ad un significato più strettamente culturale.
Grezzana è stato infatti, 33 anni fa, tra i primi docenti dell’Università. «Un incarico che mi fa molto piacere, anche se ho tanti impegni e solo questo mi aveva trattenuto dalla candidatura», spiega Grezzana. «Ma si tratta di una realtà in cui credo fortemente e quando le cose stanno così il tempo si trova per forza. Mai come in questo momento sono convinto dell’importanza e anzi vorrei dire della necessità di mantenere attiva la mente con stimoli culturali adeguati. E dire che all’inizio pensavamo che si trattasse di una realtà significativa soprattutto nel segno dell’aggregazione sociale, invece oggi è dimostrato che usare la testa è una terapia contro le malattie e non solo contro il deficit cognitivo».
«Uno studio apparso su Lancet di recente», prosegue Grezzana, «spiegava proprio che nel 33% dei casi di demenza lo stile di vita vale come terapia. L’alternativa alla stupidità dei programmi televisivi oggi dominanti èpiù che mai necessaria. E lo dimostra anche la grande risposta che abbiamo avuto da parte degli iscritti, che affollano le lezioni e sono sempre desiderosi di nuovi corsi e nuovi stimoli. E poi ci sono i laboratori e le numerosissime conferenze sui temi più disparati, dal gioco d’azzardo alla storia dell’arte russa». A.G.