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Stringa, il vibrare della luce
nel cromatismo crepuscolare

Alberto Stringa, autoritratto
Alberto Stringa, autoritratto
Alberto Stringa, autoritratto
Alberto Stringa, autoritratto

Alberto Stringa nasce a Caprino Veronese, da Vitaliano ed Eleonora Silvestrelli, il 12 gennaio 1880. Il padre, dopo gli anni dell’infanzia trascorsi nell’arioso paese natale, lo iscrive al Regio Ginnasio Scipione Maffei dove Alberto rimane fino agli esami di maturità nel 1897-98, quando ottiene una brillante licenza di maturità classica. Quindi, per obbedienza ai voleri paterni, si iscrive a Padova alla Facoltà di Giurisprudenza, laureandosi giovanissimo nel 1902; ma non trascurando la sua vera inclinazione: il disegno e la pittura

Inizia presto ad esporre: nel 1900 partecipa alla sua prima Biennale: ”Esposizione artistica” allestita in una galleria di 120 metri di lunghezza e 10 di larghezza, allargandosi al centro fino a oltre 13 metri, sorta nel viale di fronte alla stazione di Porta nuova: con due oli: n.328 Montagna; n. 329 Pastore; vendette il quadro Pastore.

E’ la sua prima uscita, ed è importante anche per le opere che può vedere e studiare: accanto a lui espone il suo maestro di pittura, Francesco Danieli con “Mattino di festa”; Filippo Nereo Vignola con “Ottobre”; Vincenzo Cabianca con “Vita tranquilla”; Vittorio Avanzi con “Sera sull’Adige”, “Colli veronesi” e “Canale di Chioggia”; Luigi Selvatico con “Venezia”; Teodoro Wolf Ferrari con “Pace”; Angelo Morbelli con “S’avanza”; Plinio Nomellini con “Autunno latino”.

Sono questi gli autori che porterà con sé, quando, a partire dal 1904 se ne va da Verona per essere artista, intellettuale, osservatore attento della società degli anni della Belle Epoque: prima a Parigi, dal 1904 al 1906. Da Parigi si sposta a Vienna, questa volta ospite del poeta austriaco Stefan Zweig che lo introduce negli ambienti artistici e culturali della capitale asburgica. Nel 1909, da febbraio a marzo, espone nel salone d’Arte Heller. Sulla sua esposizione e su di una intensa attività di ritrattista della società bene della Vienna Belle Epoque, significativi interventi critici laudativi sulla rivista “Endgeist” e sul “Neue Wiener Tagblat”.

La prima mostra veronese cui partecipa nel dopoguerra è la “XXXVII Esposizione d’Arte della Società Belle Arti di Verona” nell’estate del 1921, al palazzo della Gran Guardia, per onorare il sesto centenario della morte di Dante. Stringa espone nella prima sala, vicino a Semeghini, Nardi, Prati, Zamboni e A. Vitturi: una serie non precisata di litografie dedicate a Dante, tutte sotto il numero comprensivo 62; con il numero 69 Ritratto e sei opere dedicate a Firenze: 63) “Gli Uffizi” 64) ”Ponte Vecchio” 65) ”Piazza della Signoria” 66) ”Santa Maria Novella” 67) ”Interno del Duomo” 68) ”Perseo”.

Ora, però il suo impegno è tutto per la pittura: partecipa alla Primaverile Fiorentina del 1922 e nel 1925 allestisce alla Bottega di Poesia a Milano una prima (ed unica) grande mostra personale: 147 oli, 66 disegni e 45 litografie.

Su quella mostra, scrisse Carlo Carrà sull’’Ambrosiano: «Fra le manifestazioni che meritano di essere prese in esame metteremo in prima linea la mostra personale allestita da Alberto Stringa nella sale di Bottega di Poesia. Questa esposizione anzi deve avere da noi una particolare attenzione sia perché essa contiene delle opere veramente notevoli, sia perché l’autore è la prima volta che si presenta al pubblico milanese. In linea d’arte il pittore veronese, non è né neoclassico, né rivoluzionario, nel senso che la gente ama oggi dare a queste parole; e neanche ci sembra classificabile in una certificata tendenza. La sua pittura vibra e respira in un ineffabile rigoglìo di ombre e di luci raggiunte in virtù di colori intonati delicatamente gli uni agli altri per mezzo di un istintivo complementarismo cromatico».

Ancora molti riconoscimenti e, a pochi mesi dalla morte, nella primavera del 1931, è presente alla “1° Mostra d’Arte del Sindacato Fascista Belle Arti della Provincia di Verona“. Muore il 9 novembre 1931.

Francesco Butturini

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