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Statue e bassorilievi raccontano Canova e il suo «culto del bello»

Cento opere tra cui sculture, bassorilievi, stampe e documenti d’archivio provenienti da musei pubblici e collezioni private: all’Accademia di Belle Arti di Firenze è aperta fino all’8 ottobre la mostra «Il culto del bello. Antonio Canova, Giovanni degli Alessandri e l’Accademia di Belle arti di Firenze» (ingresso gratuito). L’iniziativa, curata da Sandro Bellesi, è realizzata in occasione del bicentenario della morte del grande scultore ed è stata anche l’occasione per valorizzare il patrimonio dell’Accademia, in parte sottoposto a una campagna di restauro, che ha riguardato, ad esempio, la statua del Perseo trionfante restaurata dall’Opificio delle Pietre dure. «Il Culto del Bello», è stato evidenziato, trasforma per la prima volta l’Accademia di Belle arti in un vero e proprio spazio espositivo. Protagoniste della mostra sono le statue in gesso, calchi a grandezza naturale di originali in marmo che tra ’700 e ’800 le Accademie d’arte utilizzavano per fini didattici. Fra le opere in gesso la statua del Perseo trionfante, calco dell’originale in marmo, donato all’Accademia dallo stesso Canova e proveniente direttamente dal suo atelier romano e numerosi bassorilievi. Fra i dipinti è significativa una tela di Gaspero Martellini che raffigura Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella di Napoleone e granduchessa di Toscana, mentre distribuisce i premi durante uno dei concorsi indetti dall’Accademia di Firenze. Con lei anche Antonio Canova. In mostra, tra i documenti di archivio, le tavole di un progetto quasi dimenticato: la costruzione di un tempietto per ospitare il gruppo della Niobe al giardino di Boboli.•.

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