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PAROLE D’AMORE TRA PADRE E FIGLIA

Padre e figlia   Giorgia e Gianrico Carofiglio, autori di «L’ora del caffé»La copertina del libro
Padre e figlia Giorgia e Gianrico Carofiglio, autori di «L’ora del caffé»La copertina del libro
Padre e figlia   Giorgia e Gianrico Carofiglio, autori di «L’ora del caffé»La copertina del libro
Padre e figlia Giorgia e Gianrico Carofiglio, autori di «L’ora del caffé»La copertina del libro

Un padre, una figlia, due caffè americani e molti argomenti sui quali confrontarsi, possibilmente senza andare a «sbattere» l’uno contro l’altra, ma trovando, inventando, scoprendo una strada finalmente comune. Ecco il lavoro di Gianrico e Giorgia Carofiglio, lui scrittore affermato, lei, la figlia, 26 anni, laureata in Teoria politica alla University College London, collaboratrice per diverse case editrici. Una coppia doc, dato che i due stanno conquistando milioni di lettori con il loro «L’ora del caffè. Manuale di conversazione per generazioni incompatibili» (Einaudi Stile Libero, pp. 134, euro 16) mettendo per iscritto quel percorso a zigzag che comincia da Hegel (tesi, antitesi, forse sintesi) per arrivare dalle parti di boomer e millenial e delle loro scintille. Generazioni diverse Non c’è dubbio, come spiegano gli autori stessi, che possiamo passare una vita a discutere senza mai capirci, in particolare quando apparteniamo a generazioni diverse. Quasi sempre è un problema di coordinate: ognuno ha le sue e rifiuta di abbandonarle, anche solo un po’. Ed essere figlia e padre non semplifica certo le cose. Allora, stanchi di «conversare a vuoto», Giorgia e Gianrico si sono seduti a un tavolo e, complice il rito del caffè («Per cetre imprese complicate ci vogliono i rituali. Il nostro è stato sederci al tavolo della cucina , con due tazze di caffè americano», spiegano nell’Introduzione), hanno affrontato con occhi nuovi alcuni degli argomenti che più li hanno divisi. I temi Questioni che riguardano ciascuno di noi come il clima, il femminismo, il cibo. Anche la politica. Non hanno eliminato tutte le loro divergenze, ma hanno elaborato una serie di ragionamenti – veri e propri saggi brevi, tessere di un mosaico sorprendente sull’attualità – in cui si combinano entrambi i punti di vista. Una scommessa audace e (e questo davvero non è poco) allegra, alla fine ottimista già per la sfida abbracciata: la possibilità di un linguaggio comune, di un’idea condivisa del mondo e del futuro tra generazioni. «Abbiamo smontato e rimontato discussioni del passato che spesso erano finite male. O anche molto male. Questa volta con uno spirito di curiosità e sperimentazione». La consapevolezza da cui padre e figlia dicono di essere partiti è fondamentale. «Per capirci non potevamo solo discutere delle nostre posizioni e decidere quale fosse razionalmente preferibile. Dovevamo scoprire da dove venivano le rispettive opinioni, provare a vedere la cose con occhi differenti. Occorreva mettere in dubbio le reazioni istintive, le formule automatiche, gli schemi mentali rigidi». Il problema dunque non era di trovare risposte precise e univoche, ma un modo diverso di costruire le domande. «Dovevamo riuscire a prendere sul serio l’uno il punto di vista dell’altra». Carità interpretativa Questo prendere sul serio reciproco è quello che i filosofi chiamano «principio di carità interpretativa»: partire dall’idea che la prospettiva della controparte abbia una coerenza interna, invece che liquidarla come irragionevole. E dare per scontato che sia concepita in buona fede. Ecco, questo forse è il punto, o, meglio, il principio fondamentale della sfida: cambiare le domande, costruire - potremmo anche dirla così - un linguaggio nuovo, se è vero che il significante non è solo sterile involucro rispetto all’oggetto che indica ma, proprio in quanto scelto per indicare quell’oggetto, già espressione di significato. Quello che Gianrico e Giorgia regalano al lettore è dunque una prospettiva nuova, un’opportunità di metodo da applicare a temi anche differenti da quelli da loro scelti. Insomma un’indicazione di principio per «sospendere le nostre certezze e iniziare un viaggio negli universi stravaganti degli altri».•.

Alessandra Galetto

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