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Monte Bianco il gigante fragile dell’Europa

Il monte Bianco sul versante italiano con il ghiacciaio della Brenva
Il monte Bianco sul versante italiano con il ghiacciaio della Brenva
Il monte Bianco sul versante italiano con il ghiacciaio della Brenva
Il monte Bianco sul versante italiano con il ghiacciaio della Brenva

Negli ultimi cinquant’anni i trentuno ghiacciai del versante italiano del Monte Bianco si sono ridotti del 10 per cento. Il dato sale al 27 per cento per l’intera Valle d’Aosta. Kieran Baxter e Alice Watterson, glaciologi dell’Università di Dundee in Scozia, rivelano che tra il 1840 e il 2005, sull’intero arco alpino, è scomparso il 7 per cento del ghiaccio. Questa condizione sta contribuendo, da tempo, a ridurre in maniera drammatica la portata del Po e degli altri fiumi che scendono dalle Alpi. Il Monte Bianco, sul confine tra Italia, Francia e Svizzera, tocca i 4810 metri ed è la vetta più alta d’Europa. Una straordinaria palestra di sci, escursionismo e alpinismo, e un monumento naturale visitato e fotografato ogni anno da milioni di persone. Come tutte le grandi montagne della Terra, a iniziare dall’Everest, è anche una sentinella del clima. Un osservatorio sul cambiamento climatico. Nel libro «Monte Bianco, il gigante delle Alpi» (Laterza, 304 pp. 24 euro) Stefano Ardito, giornalista e storico della montagna, racconta l’evoluzione dell’alpinismo dalla prima ascensione alla vetta nel 1786 fino ai giorni nostri, passando per le avventure di campioni come Walter Bonatti e Reinhold Messner. Ma la storia del massiccio non è fatta solo di scalate. Il libro racconta, come fanno i cronisti, la scoperta delle Alpi da parte dei viaggiatori del Grand Tour due secoli fa, l’attacco dell’Italia fascista alla Francia nel 1940 attraverso il Col de la Seigne ai piedi della montagna e la tecnologia che ha creato la Funivia dei ghiacciai e il Traforo. Che, nel 1965, ha trasformato la geografia dell’Europa. Non mancano episodi poco noti come la caduta, nel dopoguerra e a poca distanza dalla vetta, di due aerei di linea indiani, il lavoro degli osservatori scientifici oltre i 4000 metri di quota (dalla fisiologia all’astronomia), la diatriba sul confine tra Italia e Francia che rende una parte del Bianco ufficialmente «contesa» tra i due Stati. Altre pagine ci ricordano le prime Olimpiadi invernali disputate nel 1924 a Chamonix, e la nascita nel 1955 del Giro del Monte Bianco, il primo cammino internazionale d’Europa. Uno dei ghiacciai del Monte Bianco, quello di Planpincieux sul versante italiano, nel 2018 e nel 2019 ha rischiato di far precipitare in fondovalle una massa di ghiaccio grande come il Duomo di Milano. Due secoli fa la scrittrice inglese Mary Shelley aveva utilizzato i crepacci della Mer de Glace, il più vasto ghiacciaio del massiccio, per ambientare il suo Frankenstein. Oggi non potrebbe più farlo. Quelle onde di ghiaccio si sono sciolte da tempo, e al posto della poderosa colata di una volta scende una lastra sottile, e destinata a sparire.•.

Maria Emilia Bonaccorso

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