La scultrice Piera Legnaghi poetessa per una trilogia in versi. La prima raccolta, uscita in occasione di San Valentino, si intitola “Inno all’Amore” (Bertoni Editore) e mette insieme 110 poeti di tutta Italia, interpreti di un tema al quale nessuna arte ha mai potuto sottrarsi. In questa silloge di apertura, cui seguono"Inno alla Morte" - uscito giusto domenica scorsa nella Giornata Mondiale della Poesia - e "Inno all’Infinito", Legnaghi canta un amore che è dimora di immagini ed evocazioni a due, una «casa di pietra rosa» in cui le nuvole diventano raccordi/spessori infiltrati di luce opalescente/, e due anime al cospetto reciproco sono sedute a un tavolo imbandito, con succosi frutti… Un testo tanto semplice e lineare, quanto incisivo e pregno di senso e sensi, come le sue celebri installazioni a cielo aperto.
Non è un caso, dunque, per chi ne conosce l’opera figurativa, scorgere - tra le fessure di questi versi - il suo Cuore Aperto (collocato nel giardino del Museo degli Affreschi) o Foliage. Ancor più quando si legge di colori amanti e di lame oscillanti. Il cimento poetico di Legnaghi ricalca dunque la sua anima di scultrice, sempre tesa a plasmare la materia, in tal caso le parole, per trasfigurarla in una immagine dai contorni liberi, che rifugge ogni limite di spazio e di tempo, ma attraverso la mediazione dell’artista, lascia sempre un’idea ancorata nell’attualità. «Amore non è solo quell’“amor” con cui s’intende un’attrazione esteriore, viscerale; e non è neanche solo “kama” (dal sanscrito, desiderio, passione)», spiega Bruno Mohorovich, curatore dell’antologia. «Amore è quella sensazione assoluta che si coniuga con amare, che vuol dire desiderare il meglio per l’altro; è la capacità di donarsi e donare senza ricevere nulla in cambio; è affidare la propria vita alle mani di un’altra persona». E ogni autore ne ha qui proposto la sua esperienza in canto.