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LA NATURA IN PACE FRA TRAME MEDIALI

Arborescenze Una delle opere mediali di Coltro. L’artista espone alla Kromya e alla Gam
Arborescenze Una delle opere mediali di Coltro. L’artista espone alla Kromya e alla Gam
Arborescenze Una delle opere mediali di Coltro. L’artista espone alla Kromya e alla Gam
Arborescenze Una delle opere mediali di Coltro. L’artista espone alla Kromya e alla Gam

Le tele elettroniche di Davide Maria Coltro si sono riaccese in città. A 17 anni di distanza dalla sua ultima personale a Verona, l’artista scaligero, che si divide tra Milano e il lago Maggiore, torna con la mostra Pax Naturae, curata da Alberto Fiz, con oltre trenta “quadri mediali” - secondo una tecnica da lui inventata nel 2001 - alla galleria Kromya, in via Oberdan. Reduce da successi a Lugano e Bologna, Coltro torna nella città natale dove espone anche alla Galleria d’arte moderna tre sue opere, per il ciclo delle Arborescenze, nella mostra collettiva «Contemporaneo Non-Stop. Il respiro della natura» a cura di Patrizia Nuzzo, direttrice della Gam. Oltre l’immagine Sono oltre una trentina, invece, i quadri mediali esposti alla Kromya, prodotti secondo la tecnica della pittura elettronica di cui Coltro è esponente: «La mia è una pittura che va oltre la natura perché raggruppa tutte le tecniche inventate dall’uomo per creare immagini», spiega Coltro, «dall’impronta alla fotografia fino alla calcografia. Le serie nascono ora da foto ora da disegni o da immagini tridimensionali». Ne escono dei quadri “mediali”, una via intermedia tra l’immagine statica e la videoarte. Le tele sono monitor e le immagini possono essere modificate di continuo: «I miei sono quadri vivi», continua Coltro, «collegati con me e possono cambiare contenuti perché posso intervenirvi a distanza lavorando sugli algoritmi. Ecco che sulle superfici pittoriche accadono cose sempre diverse». Reminiscenze Nel quadro mediale la reminiscenza dell’immagine è riformulata di continuo. L’opera, quindi, modifica anche la fruizione dell’arte perché consente di produrre un continuum estetico e iconico in perenne cambiamento. Non più, dunque, un dispositivo fisso come nel caso del video, ma un’opera che in base agli input dell’artista sviluppa un processo che non può essere determinato a priori. «Ogni volta che il visitatore entra in mostra si trova di fronte a un lavoro diverso, in progress, con continue alterazioni che superano la comunicazione istantanea per andare incontro al tempo della coscienza», aggiunge Coltro. Alla galleria Kromya, diretta da Riccardo Steccanella, l’artista con il suo progetto Pax Naturae si fa interprete della natura come elemento teso verso una progressiva pacificazione. Paesaggi, cieli, arborescenze assumono in questa prospettiva un nuovo significato dove l’intervento digitale coglie l’aspetto totalizzante di una natura in perenne trasformazione: «Il quadro mediale per sua stessa definizione è sempre cangiante, predisposto ad assorbire il flusso continuo delle immagini e proprio per questa ragione diventa lo strumento ideale per mettersi in relazione con l’infinito naturale», spiega Fiz. Inediti La mostra propone anche un ciclo inedito di opere nel quale l’artista analizza la trasformazione di elementi floreali visti dall’alto attraverso un procedimento lenticolare nel quale fotografia, pittura e tecnologia trovano sintesi. Coltro indaga il tema della nascita e della germinazione, come appare evidente nel ciclo delle arborescenze, dove «l’artista evidenzia quella crescita necessaria che si materializza davanti ai nostri occhi», scrive Nuzzo curatrice responsabile della Gam che in contemporanea ospita tre lavori di Coltro proprio sulle arborescenze. In occasione della mostra alla Kromya è stata pubblicata un’ampia monografia di Coltro con la produzione degli ultimi vent’anni. Pax Naturae si visita fino al 24 luglio, da martedì a sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30. •.

Maria Vittoria Adami

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