<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

La Divina sposa nascosta (ma non in un sottoscala)

Firme di Callas, Meneghini e padre Ottorino sul registro in mostra
Firme di Callas, Meneghini e padre Ottorino sul registro in mostra
Firme di Callas, Meneghini e padre Ottorino sul registro in mostra
Firme di Callas, Meneghini e padre Ottorino sul registro in mostra

Fu dai padri Filippini che, il 21 aprile 1949, vennero uniti in matrimonio, quasi in segreto, Maria Callas (1923-1977), la Divina, e Giovanni Battista Meneghini. L'imprenditore veronese, infatti, scopritore del talento canoro del soprano, abitava vicino alla chiesetta di San Pietro Incarnario, nella parrocchia retta dai religiosi: quella casa fu anche la prima dimora dei due sposi, prima del loro trasferimento in via Leoncino. Il matrimonio non si celebrò nella chiesa principale dei Filippini, ma nella piccola cappella tuttora usata dai padri per la loro preghiera quotidiana. Il rito non venne officiato dal parroco, come risulta dall'atto ora in mostra, ma dal curato di allora, padre Ottorino Chievegato (che poi sarebbe stato titolare della parrocchia dall'anno successivo fino al 1990). Oltre agli sposi e al prete, c'erano solo i due testimoni — Mario Orlandi, industriale e ingegnere veronese, e il cognato Gianni Cazzarolli, marito di Pia Meneghini— e i genitori di Meneghini. Perché una celebrazione così sottotono? Maria Callas (Anna Maria Cecilia Sophia Kalogeropoulou, precisa l'atto), greca arrivata a Verona dall'America per debuttare in Hioconda all'Arena nel 1947, era cristiana ortodossa. Questo, prima del Consiglio Vaticano secondo (1963) e dello storico abbraccio tra papa Paolo VI e il patriarca di Costantinopoli Atenagora, dava luogo a un matrimonio «di mista religione», come si legge appunto sul registro parrocchiale. A causa della sposa «scismatica», che pure aveva ottenuto la dispensa dalla Congregazione per il culto di Roma, però non si era convertita al cattolicesimo, «non può essere impartita la benedizione nuziale», come è annotato sulle pagine ingiallite. Comunque il matrimonio non fu celebrato, come leggenda vuole, in un sottoscala. Maria Callas nel 1957 abbandonò Meneghini per l'armatore greco Aristotile Onassis. Le fedi nuziali scambiate ai Filippini furono messe all'asta da Sotheby's, con altri cimeli callasiani, nel dicembre 2007, dagli eredi di Emma Brutti Roverselli, ultima governante di Meneghini. Ma la foto della coppia apparsa sul catalogo d'asta, che ripubblichiamo, non è di quel 21 aprile 1949: «delle nozze ai Filippini», dicono i padri, «non esistono immagini». L.CO.

Suggerimenti