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In uscita

«L'Homoteista», ovvero «L'Unico» di Max Stirner visto da Cappellari

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Ad un anno dalla scomparsa di Roberto Calasso, uscirà in questi giorni il nuovo libro di Damiano Cappellari (in arte Demian Planitzer) L’Homoteista, che porta come sottotitolo “per una riscrittura dell’Unico di Max Stirner” ed è appunto dedicato al grande fondatore-editore di Adelphi nonché raffinatissimo scrittore dalla monumentale cultura.

Cappellari, saggista, storico, romanziere e poeta, dedica a Calasso la sua ultima fatica perché il direttore , in un volume Adelphi di qualche decennio fa, aveva curato una edizione indimenticabile dell’Unico del grande filosofo del nichilismo: «ho deciso di riscrivere l’Unico con lo stile di Nietzsche – spiega Cappellari - così da dargli una spinta in più semmai ne avesse bisogno, di niccizzarlo insomma, se si può usare questo termine, perché il farneticante libro di Max Stirner, risulta in più parti di laboriosa lettura, quindi alleggerendolo dovrebbe riuscire più facile la sua assimilazione, l’approfondimento dei suoi principi voglio dire, non la loro necessaria condivisione».

Poi continua «l’Unico ma non solo anche Max Stirner, non sono mai stati citati da Nietzsche, anche se è all’evidenza che il grande filosofo di “Al di là del bene e del male” e di “Umano troppo umano” abbia preso spessissimo spunto da lui». E continua «da quanto ho scoperto, sembra che il discepolo prediletto da Nietzsche – Adolf Baumgartner – così dice Franz Overbeck, avesse preso in prestito dalla biblioteca dell’Università di Basilea appunto una copia dell’Unico su suggerimento dello stesso Nietzsche e Baumgartner ricordava anche alcune parole del filosofo sull’Unico “è quanto di più audace e consequenziale sia stato pensato dopo Hobbes”».

E continua Cappellari «effettivamente lo stile di Stirner in più parti assomiglia a quello di Nietzsche ma sono soprattutto le dissertazioni filosofiche che avvicinano in modo strabiliante i due filosofi tedeschi: solo che Stirner è venuto prima quindi dobbiamo considerarlo, volenti o no, il suo maestro».

Il libro di Cappellari-Planitzer è una sorta di dialogo platonico per sviscerare, in un cammino vagabondante in un paese del nord non meglio definito così come in un epoca non chiara, i pilastri del pensiero di Max Stirner, pseudonimo di Hans Kaspar Smith, chiamato così per la grande fronte. In copertina abbiamo una rielaborazione grafica del disegno di Friedrich Engels che ritrae Stirner non essendo note fotografie del filosofo dell’anarchismo. In quarta di copertina la sua massima più famosa «Io ho riposto la mia causa sul nulla», ma Cappellari aggiunge anche parecchio di suo con decine di aforismi “alla Nietzsche” di sorprendente impatto come «cerco il tuono dell’idea non le nuvole del nulla nel fumo del mio sigaro».

«Non so se questa estate caldissima possa essere di stimolo per leggere di filosofia, che non è una materia come la matematica o la fisica, come ci hanno sempre voluto far credere a scuola, ma qualcosa di incomparabilmente superiore, probabilmente sarebbe più indicato l’inverno, tuttavia perché no?», così conclude. 

Felice Gattamelata

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