<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

L’Eterna eclissi di Ghioni trova casa a San Zeno

La donazione   Aladino Ghioni davanti a «Eterna eclissi» in sala Zanotto   FOTO BRENZONI
La donazione Aladino Ghioni davanti a «Eterna eclissi» in sala Zanotto FOTO BRENZONI
La donazione   Aladino Ghioni davanti a «Eterna eclissi» in sala Zanotto   FOTO BRENZONI
La donazione Aladino Ghioni davanti a «Eterna eclissi» in sala Zanotto FOTO BRENZONI

Non una narrazione, ma una visione, che ci offre una versione originalissima e di straordinaria potenza della crocifissione. Ieri mattina «Eterna eclissi» di Aladino Ghioni è stato ufficialmente esposto nella sua sede definitiva, nella sala Zanotto della basilica di San Zeno, durante una cerimonia in cui la città ha voluto festeggiare il «suo» pittore e ringraziarlo per la donazione. Ghioni, che è originario di Treviso, da anni infatti vive nel veronese, innamorato di Verona (e non solo della città, dato che proprio qui, ancora molto giovane, ha trovato l’amore, ha conosciuto e sposato Luana, anche ieri al suo fianco) e questo omaggio è dunque il compimento di una lunga fedeltà. Anche perchè il quadro ha una storia intima e personalissima. che lo rende ancora più prezioso. «Il quadro è del 1966, risale ad un periodo difficile della mia vita, della vita della nostra famiglia», spiega l’artista, affiancato dalla figlia Katia con la quale a reve partirà per gli Stati Uniti,dove saranno programmate alcune sue esposizioni. «Era da poco nata la nsotra seconda figlia, e mia moglie si ammalò molto gravemente. Iniziai così questo lavoro sulla suggestione di una ricerca, come chi si accosta alla preghiera. Mia moglie si salvò e da allora, negli anni, “Eterna eclissi“ rimase sempre con me, esposto in tante mostra in tutta Italia ma non volli mai venderlo, neppure in momenti di difficoltà economica. Divenne una sorta di talismano». Tanto più significativa la donazione che oggi trova, come ha detto l’assessore alla Cultura del Comune Marta Ugolini, intervenuta alla cerimonia, «la sua giusta collocazione: le opere vivono anche nel rapporto con il contesto in cui sono inserite e questo è il luogo perfetto per la crocifissione realizzata da Aladino Ghioni». Il pittore aveva già ricevuto qualche giorno fa in Comune dal sindaco Damiano Tommasi una speciale pergamena per i suoi alti meriti artistici. A «spiegare» il significato del maestoso dipinto (tre metri per due) ai presenti intervenuti alla cerimonia è stato don Antonio Scattolini: «La crocifissione realizzata da Ghioni, giocata sul contrasto di ombre e luci, con quel fondo buio illuminato da un tramonto o un’alba, con questo Cristo di cui non si vede il viso, suscita nello spettatore un senso di provocazione e mistero. Sembra di essere davanti ad una esplosione, sembra di sentirne il rumore, la forza. Lo stile è figurativo, ma la pittura di Ghioni è surrealista e ci fa viaggiare tra Bosch e Dalì. Ma che cosa ci dice questa crocifissione in cui Cristo non è nella posizione tradizionale, ma orizzontale nello spazio, in cui il Dio crocifisso sembra proiettato verso uno spazio altro, staccandosi dalla materia, dalla gravità della terra? È una rappresentazione della morte di Cristo secondo Matteo: la croce non solo come dolore, ma come escatologia, fine del vecchio mondo e inizio della nuova vita». A consacrare «Eterna eclissi» nella basilca di San Zeno, la benedizione dell’abate don Gianni Ballarini. «Sono felice, questo quadro è un punto di partenza e di arrivo», ha detto Ghioni ringraziando in questo modo la sua amataVerona.•. Alessandra Galetto

Suggerimenti