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In mostra le piante della Divina Commedia

ROMA Il Ministero della Cultura guidato da Dario Franceschini dà il benvenuto alla primavera con immagini e poesia e lo fa regalando una curiosa e coloratissima anteprima attraverso i profili ufficiali Facebook, Instagram e Twitter, e cioé alcune tavole che saranno esposte alla Biblioteca Medica Statale di Roma per la mostra «Dante e l’Arte della Medicina», che inaugurerà online sul sito dell’Istituto nella Giornata dedicata a Dante Alighieri, il Dantedì. Nell’anno delle celebrazioni per i settecento anni dalla morte del Sommo Poeta, dunque, anche la primavera si declina su «inediti» significati, quelli delle «Piante officinali, erbe e fiori citati nella Divina Commedia» come elementi simbolici dal valore allegorico. Il riferimento principale per Dante è Dioscoride Pedanio, botanico e medico greco vissuto nella Roma imperiale sotto Nerone. Citato nel quarto canto dell’Inferno, nel Limbo, con l’epiteto di «buon accoglitor delle qualità delle erbe» (Inf.,IV 139-140), Dioscoride di Anazarbo è noto principalmente come autore del trattato Sulle erbe mediche, un erbario scritto in lingua greca che ebbe una certa influenza nella medicina medievale. Rimase in uso, sotto forma spuria di traduzioni e commenti, fino al XVII secolo, quando nacque la medicina moderna. Le tavole sono preziose illustrazioni tratte da opere mediche di Pietro Andrea Mattioli, Cristobàl Acosta, Felice Cassone e Gaetano Savi accompagnate dalle terzine delle tre «Cantiche» il gelso, il mirto e l’ulivo citati nel Purgatorio. La rosa («Ch’ì ho veduto tutto ’l verno prima /lo prun mostrarsi rigido e feroce; /poscia portar la rosa in su la cima». Paradiso XIII, 130-138). Ancora la rosa («Quivi la rosa in che ’l verbo divino /carne si fece; quivi son li gigli /al cui odor si prese il buon cammino». Paradiso, XXIII, 70-75). •

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