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Cento anni fa nasceva a Vicenza

Licisco Magagnato, il protagonista di Castelvecchio

Nel 1955 vinse la direzione dei musei veronesi e vi restò per 31 anni. Per i restauri incaricò un giovane Carlo Scarpa
Licisco Magagnato in una foto del 1986 a Castelvecchio
Licisco Magagnato in una foto del 1986 a Castelvecchio
Licisco Magagnato in una foto del 1986 a Castelvecchio
Licisco Magagnato in una foto del 1986 a Castelvecchio

Cento anni fa, l'8 giugno 1921, nasceva a Vicenza uno degli intellettuali più importanti per la riscoperta, lo studio e la valorizzazione del patrimonio artistico veronese: Licisco Magagnato.
Fu uno storico dell'arte, ma questa sua qualifica, seppure di grande prestigio, suona paradossalmente riduttiva perché Magagnato si è dedicato soprattutto a rendere vive, non solo con studi ma anche con mostre e conferenze, le nostre opere d'arte.
Ha fatto conoscere gli artisti veronesi, dal Medioevo al Novecento, e la Verona artistico-museale di oggi è, in gran parte, una sua creatura.
 

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A un anno, Magagnato si ammalò di poliomielite. Dopo la maturità classica al liceo Pigafetta della città berica, si laureò in lettere all'Università di Padova con una tesi sui mosaici della basilica di San Marco a Venezia.
Dopo la specializzazione e dopo un periodo al Warburg Institute di Londra, che lo portò a studiare l'arte non solo come attività di un singolo artista ma come prodotto storico e sociale, un “taglio” culturale a cui resterà sempre fedele, iniziò la carriera come direttore del museo civico di Bassano, contribuendo in particolare a far conoscere la figura di Jacopo da Ponte.

Nel 1955, vinse il concorso nazionale per la direzione dei musei d'arte di Verona, succedendo ad Antonio Avena: rimarrà alla direzione scaligera per 31 anni, fino al 1986.

 

L'impegno più significativo di Magagnato fu il restauro e il recupero museografico di Castelvecchio dal 1958 al 1964 e poi con un secondo cantiere fino al 1972. Un lavoro così importante, ritenuto uno dei capolavori dell’architettura italiana per il restauro e la progettazione museale, iniziò da una semplice “commissione” proprio di Magagnato all'architetto veneziano Carlo Scarpa, allora poco noto, per allestire la mostra “Da Altichiero a Pisanello”.
Carlo Scarpa, d'accordo con il direttore di Castelvecchio, progettò un intervento di recupero interno del castello scaligero, con la sistemazione della pinacoteca e delle sculture. Scarpa, a Castelvecchio, ha cancellato tutto l’apparato neogotico del precedente restauro degli anni Venti e ha inserito le opere d’arte in ampi locali molto luminosi, intonacati di bianco, in ambienti spogli: così le sculture al piano terra e i dipinti nelle sale superiori trovano la loro piena valorizzazione e riempiono da sole gli spazi museali.

 

Geniale la collocazione aerea della bellissima statua equestre di Cangrande della Scala, vicino al muro di cinta del castello e all’antica porta del Morbio.
In seguito Magagnato, oltre al museo di Castelvecchio, ha fatto restaurare e riordinare il Museo lapidario maffeiano, la Galleria d'arte moderna a Palazzo Forti e il Museo degli affreschi alla tomba di Giulietta, creando un percorso museale di primissimo valore.

Le mostre: ha studiato le opere d'arte e gli artisti veronesi di tutti i tempi e li ha fatti conoscere al grande pubblico con memorabili esposizioni, a partire da quella “Da Altichiero a Pisanello” del 1958, e poi “Verona Anni Venti”, nel 1971, che ha valorizzato una generazione di significativi pittori del nostro primo Novecento, “Cinquant'anni di pittura veronese (1580-1630)” sul Manierismo e primo Barocco e “La pittura a Verona fra Sei e Settecento”, oltre a rassegne su singole personalità artistiche come Liberale Da Verona, Giambattista Cavalcaselle, Pino Casarini, Pino Castagna, Dante Broglio, Angelo Dall'Oca Bianca, Giudo Trentini, Carlo Scarpa, Angelo Zamboni, fino a Felice Casorati proprio l'anno della pensione.
Da non dimenticare, inoltre, il contributo che ha dato alla conoscenza dello sviluppo della storia dell'arte veronese, con studi di alto spessore, che nel 1991 sono stati raccolti in un grosso volume postumo.
Nell'aprile del 1987, mentre si trovava a Venezia per una consulenza, ebbe un malore che gli fu fatale. Aveva 66 anni.

 

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Quando gli venne conferito il Premio triennale Società letteraria di Verona, Magagnato raccontò i motivi della sua scelta professionale: «È stata una sorta di atavica golosità per l'opera d'arte che mi ha costretto a diventare direttore di Museo: sono state le visite al museo di Vicenza da bambino, accompagnato da mio nonno a farmi decidere ...».
E oggi, il sistema museale artistico veronese, da lui ideato, aspetta soprattutto le giovani generazioni, le loro idee, il loro coraggio.

Emma Cerpelloni

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