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«I passi di mia madre»: Agata si racconta

Restiamo subito affascinati dalla scrittura originale, come una danza sincopata, di Elena Mearini, la scrittrice milanese che non ci fa distogliere lo sguardo dalla pagina del suo nuovo romanzo «I passi di mia madre» (Morellini editore, pp. 153, euro 15,90) finché non abbiamo raggiunto lo sconvolgente epilogo. Agata, la protagonista, è una editor quarantenne che vive a Milano nel quartiere cinese, una donna sfuggente, abitata dal mistero della scomparsa della madre. Una madre vanesia, infedele al marito, che non ha mai dato segno manifesto di amare la figlia. Anche Agata stessa, fattasi adulta, è piena di mistero e di indicibile. Nella sua vita ci sono due uomini: Samuele, ammogliato con figli, con il quale si è creata una sofferente dipendenza, e Marco che dà segno di tenere molto a lei, non altrettanto corrisposto. Trafitta dal dolore della misteriosa scomparsa di Lucia, questa madre che non le aveva mai dimostrato tenerezza, Agata se l’inventa, dedicandole una lunga lettera-romanzo molto toccante, immaginandola rifugiata nel convento ligure di Santa Giulia l’ultimo luogo dove avevano detto di averla avvistata. La trama, pervasa da citazioni colte, punteggiata dai nomi degli scrittori più noti italiani e stranieri, ci fa sentire tutto il malessere della protagonista che placa con lo Xanax da cui cerca di trarre calma, un po’ di artificiale conforto. «Non sono mai riuscita a camminare con le spalle dritte», asserisce Agata. «Già dai primi passi procedevo con gli occhi rivolti al pavimento, nelle foto mi si vede puntare in basso, piastrelle di ceramica in cucina, marmo nella sala, tappeti in corridoio e poi sassi nel cortile. «Tira su la testa me lo dico da sola. Da quando lei ha fatto la sua scomparsa. Lo faccio qui davanti allo specchio. Ubbidisco all’ordine della madre assente». Una madre, quella di Agata, simile alla protagonista della canzonetta «Balocchi e profumi», eppure tanto amata, tanto rimpianta dalla figlia, da arrivare al punto di reinventarla. Come sempre, nelle storie dense di mistero, l’epilogo sorprendente lo lasciamo al lettore. Elena Mearini, l’autrice del romanzo, ha esordito nella narrativa con l’opera «360 gradi di rabbia» per Excelsior1881, è stata selezionata sia al Premio Campiello che allo Strega ed è presente in diverse antologie di narrativa. •

Grazia Giordani

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