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La vicenda

Gli eredi di Giuseppe Verdi litigano e la villa-museo va all'asta. Il veronese Bonato lancia la raccolta firme per salvarla

Villa Verdi
Villa Verdi
Villa Verdi
Villa Verdi

 Villa Verdi all’asta. Un colpo al cuore per gli appassionati di opera e i fan del compositore di Busseto Giuseppe Verdi, che nella dimora di campagna situata a Sant’Agata di Villanova sull’Arda (poi divenuta casa museo) visse dal 1851. Ancor più per i musicisti e direttori d’orchestra formatisi sulle sue partiture, tra cui il veronese Alessandro Bonato, che per salvare l’ultimo scrigno artistico-biografico del sommo maestro ha lanciato una petizione online giunta già a oltre 3.500 firme (il link per aderire è  https://www.change.org/p/salviamo-villa-verdi). La villa infatti, come riporta l'Ansa, è stata messa all'asta dopo un lungo litigio a colpi di carte bollate e schermaglie giudiziarie tra gli eredi del compositore.

 

La missiva fa appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio Mario Draghi, e al Ministro della Cultura Dario Franceschini: «La villa  rappresenta la vita di Verdi, in quanto vi sono custoditi tesori di valore inestimabile, che testimoniano tutt’oggi l’importanza del maestro nella storia del nostro Paese e del mondo intero», riferisce Bonato, chiedendo dunque che ne sia mantenuta la fruibilità pubblica di questo luogo.

 

«Il quale deve rimanere accessibile a  musicisti, studiosi, ma anche solo appassionati di musica e di opera», precisa. Villa Verdi, in provincia di Piacenza, deve essere «tutelata e vincolata dal Ministero della Cultura quale patrimonio dell’umanità, affinché non venga snaturata nella sua reale vocazione né vadano smarriti i capolavori fin qui pervenutici. Questo lo dobbiamo al Maestro, alla musica e alla storia». E all’iniziativa del giovane direttore scaligero non è mancato il sostegno né da parte di testate internazionali, quali Operawire, né di nomi legati a realtà storiche come la casa editrice Ricordi.  

 

«Se Casa Ricordi è stata definita la Colonna Sonora del Risorgimento è grazie a Verdi che ha anche costruito a Milano la Casa di Riposo di Piazza Buonarroti per i musicisti e gli artisti non in grado di mantenersi da anziani», scrive Camillo Ricordi, uno degli ultimi eredi delle edizioni musicali all’epoca più in auge. «Perdere Villa Verdi - aggiunge - sarebbe come perdere il Palazzo del Quirinale o qualsiasi altro simbolo del Risorgimento, dell’Unità d’Italia, della Repubblica».

Francesca Saglimbeni

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