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Don Bartolo è il vero motore del «Barbiere»

BRUNO DE SIMONE

Bruno De Simone «Don Bartolo»  FOTO BRENZONI
Bruno De Simone «Don Bartolo» FOTO BRENZONI
Bruno De Simone «Don Bartolo»  FOTO BRENZONI
Bruno De Simone «Don Bartolo» FOTO BRENZONI

Bruno De Simone è uno dei massimi esperti del repertorio buffo italiano e rossiniano in particolare, di cui interpreta ben 18 titoli. E' stato allievo di Sesto Bruscantini (il più autorevole interprete del genere che la storia ricordi) ed è entrato in carriera a soli 22 anni, debuttando a Spoleto. Il baritono napoletano è don Bartolo nel «Barbiere di Siviglia» che venerdì si congeda dal pubblico areniano.
Ci rivediamo dopo due anni, maestro, cosa è cambiato nel frattempo ?
Non poco direi, perché lavorare con Hugo de Ana, una delle più grandi menti registiche in circolazione, è sempre una fortuna. Ritrovarlo dopo due anni è stata una piacevolissima esperienza. Lavorare con una guida del genere ci si sente stimolati. Di conseguenza, dare il meglio di se stessi, è stato facile.
Anche il cambio musicale ha forse aiutato tutta l'operazione.
Si. Una direzione fondamentale, quella di Antonio Pirolli. Io l'ho trovato un signore direttore. Anzi direi meglio, signore e direttore.
Dopo 18 titoli rossiniani si sente appagato?
No! Sto cercando - e con buoni risultati finora - di ampliare il mio repertorio con altri titoli, come «Adriana Lecouvreur», «Gianni Schicchi», «Manon Lescaut». E' giusto fare un percorso a largo raggio, per non rimanere ingabbiati dentro una specializzazione, usando il "lento pede", i giusti tempi, che farebbero bene anche ai giovani di oggi. Pochi di loro sanno usare i sistemi di un tempo: partire con un repertorio tranquillo, per imparare a poggiare meglio l'articolazione, per curare la dizione e far arrivare la parola nella giusta misura.
Di tutto questo ne abbiamo sentito un bel saggio in questo Barbiere.
Farlo all'Arena è sempre una scommessa. E' una sfida che ho accettato con molta passione. Mi interessava constatare che la parola potesse arrivare fino all'ultima fila, all'ultimo scalino. Credo di esserci riuscito.
Don Bartolo: vero motore dell'opera ?
Credo proprio di sì. E' come lo ha scritto realmente anche Beaumarchais, ancor che Rossini. Don Bartolo è proprio il perno attorno al quale ruotano gli altri interpreti. E' un uomo maturo, ma ancora virilmente dotato, non vecchio come lo si vuole spesso dare. Credo di interpretare un don Bartolo cinico, ma nello stesso tempo anche ironico, leggermente buffo. Se si è seri nell'interpretare un ruolo buffo, diceva il mio maestro, viene fuori il buffo. Credo che il personaggio non debba mai uscire dalle righe.
Le piacerebbe fare anche una regia operistica?
Ho già debuttato nella regia. Ma dopo 29 anni di palcoscenico preferisco ancora per un po' canalizzare la carriera sul canto.
Che regia vorrebbe fare al Filarmonico, magari in veste di "giocatore - allenatore", come si faceva un tempo anche nel calcio ?
Potrebbe essere una formula vincente. Il primo titolo che mi viene in mente è il Gianni Schicchi di Puccini.

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