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Divisa tra il nonno partigiano e il suocero nazista

LIBRI. Se ne parla lunedì in sala Berto Perotti

Antonella Romeo racconta il suo strano destino di vita in Germania
Partigiani italiani s’arrendono a soldati tedeschi in un rastrellamento
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Partigiani italiani s’arrendono a soldati tedeschi in un rastrellamento

Un nonno partigiano e comunista che sfugge per miracolo al plotone di esecuzione nazista; una nonna che per difendere suo marito resta a lungo ostaggio in carcere; una madre, allora quindicenne, che anche da adulta non riuscirà a impedirsi la pelle d'oca ai suoni gutturali e imperiosi della lingua teutonica, eppure la nipote e figlia, Antonella Romeo, giornalista e scrittrice, si innamora di un tedesco: di più, di Ulli, figlio di Hermann, già SS e poi industriale di macchine conserviere.
Tra il commento della madre («Cosa mi deve ancora capitare?»), e quello del nonno («Non fa niente... l'importante è volersi bene») sta la sintesi del libro La deutsche vita (Edizioni Seb27, Torino, postfazione di Marisa Fenoglio), uscito prima in tedesco dalla storica editrice Hoffmann und Campe di Amburgo.
Sarà presentato lunedì alle 17.30 nella sala Berto Perotti dell'Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea, in via Cantarane 26. Il giornalista de L'Arena Giuseppe Anti intervisterà l'autrice in un incontro a cui è invitata tutta la cittadinanza.
Il libro è il bilancio di dieci anni di vita pubblica e privata nell'Ovest della Germania, di Amburgo in particolare, dove Antonella Romeo si trasferisce per amore e lavora come giornalista. È un ritratto appassionato, dove il colore è una prosa accattivante che ti precede dalla prima all'ultima pagina; è un atto d'amore per la terra dell'amato e delle due figlie che dalla loro relazione sono nate; ma anche un canto di nostalgia per una storia che non c'è più: «quella fatta dai generosi», come dice il nonno, quella della ricostruzione, del Muro, dell'emigrazione, dell'unificazione.
I capitoli analizzano vizi poco privati e virtù molto pubbliche di due popoli che si amano e si sopportano. Grande spazio è dedicato alla riflessione sul Nazismo e le sue conseguenze, all'omissione e alla percezione selettiva della realtà del protagonista di allora, oggi nonno amorevole che insegna alle nipotine a distinguere tra le varietà di farfalle.
È il paese di Günter, l'inquilino del piano di sotto che minaccia le figlie dell'autrice per i loro rumori "mediterranei", ma anche il paese della natura e del verde, del rispetto e dell'ecologia.
«Ma è proprio il non piacersi, l'essere ipercritici con se stessi, uno dei tratti che più mi hanno colpito del carattere nazionale di questo paese», scrive Antonella Romeo, e qui gli stranieri, al di là dei luoghi comuni della xenofobia, sono visti come «salvezza, come elemento che allevia la pena del dover vivere da tedeschi fra tedeschi».
«L'Unione Europea da noi si insapona nella vasca da bagno», ammette Antonella quando da sua madre sente dire della lingua delle nipotine: «Ha un suono dolce… quando la parlano le bambine». V.Z.

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