Dentro le crisi. Quindi dentro le cadute, ma anche le fasi transitorie, i passaggi. Personali, sociali, globali. E dentro le risposte, le scelte per trasformare questi momenti in opportunità per risalire la china. Le crisi economiche sono diventare una costante. E se andare all’etimologia delle parole aiuta a comprenderle meglio, per economia s’intende, in primis, amministrare una casa. Ma anche un’impresa, una città, uno Stato. Da quella dei “subprime” del 2008, partita dagli Stati Uniti d’America e dilagata in tutto il mondo occidentale con conseguenze pesantissime, fino a quelle seguite alla pandemia da Covid-19, dal 2020 in poi, le crisi sono state continue. Ma in Italia, in particolare, come si sono manifestate? E quali sono state le azioni intraprese sia dal mercato sia dalla politica, per tentare di risolverle? A queste domande, con un’analisi che parte proprio dai primi segnali della crisi finanziaria del 2007, negli Usa, dà risposte Giorgio Brunetti, professore emerito di Strategia e politica aziendale all’Università Bocconi di Milano, dove è stato professore ordinario della stessa disciplina dal 1992 al 2007, nel suo libro Tra una crisi e l’altra. Storia dell’economia italiana negli ultimi 15 anni (Bollati Boringhieri, prima edizione gennaio 2022). Brunetti, con approccio e metodo scientifico, ma al tempo stesso con un linguaggio chiaro e accessibile anche a non esperti di economia e di politica, parla di “spread”, di debito sovrano - e racconta la crisi italiana del 2011, dopo quella greca del 2009 - di rischio, di “quantitative easing”. Spiega come ha reagito il tessuto produttivo del nostro Paese a queste fasi di grande difficoltà, dai blocchi commerciali ai rallentamenti produttivi. Focalizza le scelte dei Governi italiani, all’interno del contesto europeo e internazionale. Augurandosi per il futuro, conclude nel libro, «che gli Stati siano in grado di produrre essenzialmente due tipi di politiche: quelle volte alla crescita, cogliendo le opportunità della tecnologia - mitigandone i rischi e salvaguardando l’ambiente - e quelle volte a curare la malattia sociale che da troppo tempo ci portiamo dietro: povertà e disuguaglianza».•.