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presentazione il 26 ottobre

Dalla malattia alla rinascita via Whatsapp: il libro di Sambugaro in Sala Birolli

di Chiara Tajoli
Ironia e ottimismo in «Ti scrivo un whatsapp» edito da Scripta. Il dialogo con l'autore nell'ambito della mostra (in corso fino al 26 novembre) «Verona: case, vicoli, corti rurali e paesaggi campestri nell’anima di Ulderico Marotto», organizzata dall’Associazione Culturale Quinta Parete con la collaborazione della 1^ Circoscrizione
Andrea Sambugaro con la maschera per la radioterapia e la copertina di «Ti scrivo un whatsapp»
Andrea Sambugaro con la maschera per la radioterapia e la copertina di «Ti scrivo un whatsapp»
Il servizio di Lucio Salgaro

Sarà presentato giovedì 26 ottobre 2023 alle 18 in Sala Birolli (via Macello 17, nel quartiere Filippini a Verona) il libro «Ti scrivo un whatsapp» di Andrea Sambugaro, giornalista, ex vicecaporedattore de L’Arena, pittore e ora anche scrittore.

La presentazione del libro d'esordio di Sambugaro avverrà nella cornice della mostra (in corso fino al 26 novembre) «Verona: case, vicoli, corti rurali e paesaggi campestri nell’anima di Ulderico Marotto», organizzata dall’Associazione Culturale Quinta Parete con la collaborazione della 1^ Circoscrizione. In mostra ottanta opere di uno dei più grandi pittori veronesi del Novecento (nato a San Michele Extra il 22 agosto 1890 e morto il 27 febbraio 1985), soprattutto acquerelli ma anche tempere e oli, un percorso che alternerà vedute cittadine ai paesaggi della tradizione agricola e campestre, oltre a quelli del lago di Garda. L'esposizione sarà aperta al pubblico da lunedì a venerdì dalle 15 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 19.

Introdurrà l'incontro Federico Martinelli, curatore della mostra. L'ingresso è libero.

 

6 giugno 2023

È stato presentato oggi in una affollatissima Società Letteraria il libro di Andrea Sambugaro, «Ti scrivo un whatsapp». Tanti amici presenti, colleghi ed ex colleghi, medici e fisioterapisti. Nel video alcune immagini della presentazione di oggi e l'intervista ad Andrea fatta nella nostra redazione (video e intervista di Daniela Bruna Adami).

 

Andrea Sambugaro con la maschera usata per fare radioterapia
Andrea Sambugaro con la maschera usata per fare radioterapia

 

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Sulla copertina del libro una sedia che «guarda» la distesa del mare: un puntino rosso davanti all’immensità. Quella sedia Andrea Sambugaro, giornalista, ex vicecaporedattore de L’Arena e ora anche scrittore con «Ti scrivo un whatsapp» - pubblicato da Scripta Edizioni, 80 pagine, 10 euro, prefazione di Enrico de Angelis - l’ha dipinta prima di lasciare l’ospedale di Borgo Trento a Verona, dov’era stato ricoverato per l’asportazione di un meningioma: una massa grande come un mandarino, da lui battezzata “Benigno”.

Per due motivi: perché il tumore per fortuna era benigno e perché Andrea è un tipo che non si fa scoraggiare. Neanche quando “Benigno” ha deciso di ripresentarsi la seconda, la terza e poi la quarta volta. Precipitare in un buco nero non avrebbe risolto il problema e così ha optato per l’utilizzo combinato di due «armi» più potenti: ironia e ottimismo. Finite entrambe nel suo libro, che racconta le vicende vissute dalla prima apparizione di “Benigno” in poi, ovvero due operazioni (la prima di nove ore, l’altra di quattro), intervento radiochirurgico (al «Gamma Knife Hotel», come lo chiama lui sdrammatizzando) e poi radioterapia, riabilitazione neuromotoria e cognitiva.

Cinque anni raccontati attraverso gran parte dei whatsapp inviati a familiari e amici: un reportage intenso che fa piangere, ridere, riflettere, ma soprattutto infonde speranza e desiderio di reagire e vivere intensamente ogni istante.

Che si tratti di nuotare in piscina («Temevo gli oscillamenti della testa dopo giorni e giorni di immobilità. Invece alla decima vasca mi è sparita la tensione. Eravamo solo io, il mio respiro e l’acqua. Mi sentivo rinato») o di tornare in sella alla moto («Finché guidavo piangevo di felicità»). «Guai definirlo odissea o calvario il mio», ha ribadito più volte Sambugaro, «sarebbe irrispettoso nei confronti delle persone che stanno peggio di me».

Intervista e presentazione del libro di Sambugaro

L’apice della positività lo raggiunge, però, con la strategia studiata per la maschera di fibra perfettamente aderente, calibrata al millimetro, da indossare a ogni seduta di radioterapia. Andrea se la fa modellare mentre sorride, per essere costretto a sorridere a ogni seduta. «No Surrender è il mio motto, ripreso da una canzone di Bruce Springsteen che adoro», spiega agli amici in un altro whatsapp, raccontando di essere riuscito a comprare i biglietti del «Boss» per i concerti di Ferrara, Roma e Monza il primo giorno che sono stati messi in vendita. «E se non è stato un superamento di test cognitivo prenderli prima del sold out...», commenta soddisfatto, sicuramente con gli occhi che brillano per l’entusiasmo.

Un entusiasmo contagioso, il suo, che rinasce ogni giorno, a ogni whatsapp, per sottolineare quanto la vita sia bella. La mattina del secondo intervento scrive infatti agli amici: «Il tramonto, il risveglio, il fiume che scorre lento. In mezzo io. È la vita».

Fatica a parlare dopo le operazioni, ma le emozioni volano libere e traboccano nei whatsapp che invia, mandando bollettini medici «faidame», come li chiama, descrivendo cosa gli succede attorno e confidando i suoi pensieri più profondi. «A volte ho l’impressione che sia stato tutto un sogno», si lascia andare in un messaggio. Poi torna alla realtà e si dice pronto a combattere tutte le volte che sarà necessario: «Se poi “Benigno” dovesse tornare alla carica, beh, vorrà dire che cercherò le contromisure. Perché amo troppo la vita».

«Ti scrivo un whatsapp» sarà presentato giovedì 15 giugno alle 17.30 alla Società Letteraria di Verona, in piazzetta Scalette Rubiani 1. 

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