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Giornata mondiale della poesia

«Sono nata il ventuno a primavera», versi e aforismi inediti di Alda Merini alla Letteraria

L'incontro su Alda Merini in Letteraria (foto Pezzani)
L'incontro su Alda Merini in Letteraria (foto Pezzani)
L'incontro su Alda Merini in Letteraria (foto Pezzani)
L'incontro su Alda Merini in Letteraria (foto Pezzani)

Nella Giornata mondiale della poesia, istituita dall’Unesco nel 1991, la Società Letteraria di Verona ha omaggiato la poetessa milanese dei Navigli Alda Merini nata proprio nel giorno del solstizio di marzo dell’anno 1931. La ricorrenza si è tenuta in Sala Montanari con l’incontro «Sono nata il ventuno a primavera» anche in collegamento streaming. Il titolo del recital si riferisce ad una delle più celebri liriche della Merini che in appena nove versi facenti parte della raccolta “Vuoto d’amore”, recita: «Sono nata il ventuno a primavera / ma non sapevo che nascere folle, /  aprire le zolle / potesse scatenar tempesta. / Così Proserpina lieve / vede piovere sulle erbe, / sui grossi frumenti gentili / e piange sempre la sera. / Forse è la sua preghiera».

Di famiglia modesta la Merini era già brava fin da ragazza. Dotata del dono letterario precoce, poi visse l’esperienza del manicomio a causa dei “corti circuiti” e la sua scrittura fu il riscatto di tanta sofferenza nonché la sua linfa vitale. Alla Merini sono state dedicate nell’iniziativa in Letteraria le composizioni musicali inedite di Annie Fontana e ad interpretarle il soprano Annunziata Lia Lantieri e Luisa Zecchinelli al pianoforte. Le letture, invece, a cura di Vezia Rode. Coinvolgenti i relatori, angeli custodi da sempre della Merini: Alberto Casiraghi, tipografo ed editore amico della Merini di cui ha stampato oltre mille pubblicazioni, il bibliofilo Giorgio Matticchio e il libraio Andrea Tomasetig.

«Ha subìto 40 elettroshock ma aveva una grande memoria nonostante il trauma psichiatrico e suonava a memoria Chopin» è emerso dalle testimonianze di chi al tavolo ha parlato della donna e amica Alda Merini con profondo affetto fraterno e stima, spiegando con tenerezza il carattere non facile di una signora che affascinava, si lasciava affascinare e sapeva dire cose profonde, sublimi o brucianti come “In amore sono una donna ustionata” oppure “A volte Dio uccide gli amanti perché non vuole essere superato”. È quest’ultimo uno degli aforismi non noti proposti al pubblico insieme a tanti aneddoti e di cui non si conosce abbastanza, costituendo invece un patrimonio da scoprire. E ancora: ”Sono molto irrequieta quando mi legano allo spazio”. Un altro assaggio di pillole di saggezza sostiene : “Se Dio mi assolve lo fa sempre per insufficienza di prove”.

Conosceva a menadito la mitologia, era giocosa e camaleontica, generosa e dedita alle figlie alle quali dava denaro quando ne aveva tenendo niente per sè. Di notte costruiva pensieri e poi al mattino alle sei e mezza li dettava al telefono all’amico editore. Sapeva di essere particolare e lei stessa diceva “Non sono una donna addomesticabile”. Arrivava oltretutto persino a ironizzare sui trattamenti medici più atroci affermando “La lobotomia è il tocco finale di un grande parrucchiere”.

«Se si dice di solito che il destino dei poeti è essere dimenticati, lei al contrario è rimasta nell’immaginario delle persone ed importante è leggere il meglio di Alda Merini frutto del lavoro di revisione di editori seri e specie dei componimenti brevi: questo uno dei concetti chiave, emerso dal convivivio. Sottolineava “Solo nel disordine si può trovare Dio” e di caos a casa sua c’è n’era parecchio, riportano i testimoni, tanto che ogni tanto andava in albergo per dormire con lenzuola pulite. Toccante, dunque, si è rivelata la toccante occasione di approfondire i meandri di una donna che fumava 90 sigarette al giorno, lasciava cadere a terra i mozziconi su cui camminava poi bruciandosi le piante dei piedi ma capace di dire, con l’inconfondibile voce pacata ed evocativa, qualcosa di immenso che è in noi e al di là di noi ovvero ”La poesia è un cerbiatto purissimo che si abbevera a tutte le fonti».

Michela Pezzani

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