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Lectio magistralis all'ateneo

Fabio Pusterla, il prof poeta che vede nella poesia la salvezza per i giovani

Il poeta, vincitore del prestigioso Premio Carducci, ha tenuto una lezione all'università di Verona
Il poeta Fabio Pusterla all'ateneo di Verona
Il poeta Fabio Pusterla all'ateneo di Verona
Pusterla (Perina)

«La poesia non ha un’utilità pratica immediata. Ma di fronte alla crescita esponenziale del disagio giovanile, che non è più soltanto adolescenziale, ma è molto più profondo, drammatico e preoccupante, penso che la sua voce possa risuonare con forza come un motivo di presa di coscienza di sé e forse persino di speranza».

È una convinzione sostenuta con vigore dal poeta Fabio Pusterla, uno dei maggiori interpreti della poesia contemporanea in Italia, vincitore di numerosi riconoscimenti e nel 2023 del prestigioso Premio nazionale di poesia Giosuè Carducci. E questo risponderebbe, se uno studente gli chiedesse a cosa possa “servire” studiare la poesia al giorno d’oggi.

Per l’ateneo di Verona Pusterla è stato nei giorni scorsi “poeta residente”, invitato, cioè, a risiedere in città per tenere una serie di incontri con la comunità universitaria, le scuole e la cittadinanza, fra cui la lectio magistralis «Sulla cattedra un mappamondo. Poesia e scuola» (ieri nell'aula magna del polo Santa Marta) in cui ha riassunto le riflessioni frutto di quasi quarant’anni di insegnamento nelle scuole superiori della Svizzera italiana e di un’infaticabile lavoro di promozione e di difesa della poesia all’interno delle aule.

Il poeta Fabio Pusterla con Massimo Natale, docente all'ateneo di Verona
Il poeta Fabio Pusterla con Massimo Natale, docente all'ateneo di Verona

Il prof poeta e il potere rivoluzionario della poesia

Oggi Pusterla insegna all’università, ma «per formazione, abitudine e postura sono soprattutto un insegnante liceale», ha puntualizzato. «Prima ancora sono stato uno studente e da studente mi chiedevo com’era possibile che la poesia, che mi aveva accolto precocemente, dando un’ipotesi di senso alla mia confusione esistenziale, risultasse così distante per la maggior parte dei miei compagni, che vedevo confusi e disorientati proprio come me. Non ho mai smesso di interrogarmi sull’argomento, specialmente da quando è toccato a me insegnarla».

Nel suo intervento ha dunque approfondito numerosi aspetti riguardanti l’insegnamento della poesia a scuola, soffermandosi anche sul valore potenzialmente rivoluzionario per chi ha bisogno di risposte. «La desolazione esistenziale è enormemente cresciuta negli studenti e si manifesta nelle forme più ampie e variegate del disagio, andando ben al di là delle consuete difficoltà adolescenziali», ha considerato.

Guerra e questione ambientale i nuovi orizzonti cupissimi

«Il Covid ha fatto la sua parte, ma a ben guardare il confinamento e la scuola a distanza hanno solo aggravato un processo già in corso, che attraversa ormai da tempo le giovani generazioni. Su questa precarietà esistenziale, che si sviluppa in un presente sentito come ostile e che vede di fronte a sé un futuro poco accogliente, si sono depositati due nuovi orizzonti cupissimi: la guerra e la crescente preoccupazione per la questione ambientale». È proprio in questo bilico pericoloso e ineludibile che il poeta ritiene possa arrivare nelle aule scolastiche la parola della poesia.

«Non per offrire facili speranze, ma per scardinare una logica umana. Non per salvare vite, ma per aiutare a non perderle», ha detto. «Credo che gli studenti, oggi più di un tempo, abbiamo magari senza saperlo un enorme bisogno di poesia. Risvegliarlo dovrebbe essere il primo compito di un insegnante-intermediario. Solo dopo, una volta manifestata l’urgenza di un tale bisogno, sarà possibile e necessario capire com’è fatto quel testo poetico. Nell’ansia di blindare la propria attività didattica dentro un’armatura il più oggettiva possibile, nella morsa delle griglie e delle competenze, si corre il rischio di subordinare il testo al metodo, di privilegiare le tecniche analitiche e trascurare il vero obiettivo, ossia la lettura, la comprensione e la trasmissione del testo poetico». 

Laura Perina

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