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Museo Archeologico nazionale

Il museo che ha come simbolo «lo Sciamano» compie due anni: «Entro fine 2024 nuova sezione sulla Verona Romana»

È il Museo Archeologico Nazionale con sede in via San Tomaso nel palazzo che è stato monastero, carcere austriaco e sede dell’intendenza di Finanza
Giovanna Falezza con i suoi collaboratori e la pietra dipinta in ocra rossa nota come «lo Sciamano» (Cerpelloni)
Giovanna Falezza con i suoi collaboratori e la pietra dipinta in ocra rossa nota come «lo Sciamano» (Cerpelloni)
Museo Archeologico nazionale, le novità (Cerpelloni)

Il museo che ha come simbolo «lo Sciamano» compie due anni e festeggia con un incremento di ingressi. È il Museo Archeologico Nazionale con sede in via San Tomaso nel palazzo che è stato monastero, carcere austriaco e sede dell’intendenza di Finanza. L’invito è a conoscere il territorio di Verona attraverso un viaggio alla scoperta della preistoria e della protostoria per ritrovare la vita quotidiana delle comunità che abitavano il veronese ancora prima della nascita della città romana, alla quale entro fine anno sarà dedicata un’intera nuova sezione.

In questi due anni il Museo si è fatto conoscere con proposte diversamente articolate per le scuole (laboratori e centri estivi) e per i diversi tipi di pubblico. Sono state allestite mostre temporanee e avviati progetti specifici dedicati al settore della disabilità, anche con forme innovative, ed altre rivolte al mondo dei migranti. «Dall’apertura avvenuta due anni fa abbiamo un incremento di visitatori del 30 per cento», commenta la direttrice Giovanna Falezza. «Nei mesi “scolastici” sono prevalentemente visitatori veronesi con famiglie e bambini, nei mesi estivi si assiste a una frequenza in maggioranza di turisti stranieri».

Le sale allestite nell’ultimo piano custodiscono tra i reperti la pietra dipinta in ocra rossa nota come «lo Sciamano», risalente al Paleolitico Superiore, che arriva dalla grotta di Fumane, i primi vasi per cuocere e conservare il cibo, datati 5500-3500 a.C., oggetti provenienti dall’età del Rame e dall’età del Bronzo, preziosi corredi delle necropoli dell’età del Ferro.

Entro fine anno è prevista l’apertura di una nuova sezione dedicata alla Verona Romana con molti reperti mai esposti prima al pubblico. «Ci sarà una sala dedicata al Capitolium, l’architettura più importante della città romana. Sarà un ambiente molto scenografico con colonne, capitelli e la decorazione in terracotta ed altre parti in pietra», prosegue la direttrice. «Altrettanto scenica sarà l’area dedicata all’edilizia residenziale, le domus, con mosaici e cicli di affreschi parietali. L’idea è di ricomporre il più possibile le pareti di queste case signorili accostando parti originali ad altre riprodotte con le più innovative e moderne tecnologie digitali».

Marco Cerpelloni

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