Una vita spesa a cercare il perché delle cose, il significato di toponimi e parole di un tempo, a trasformare la storia in «pane» quotidiano e a rappresentare il mondo osservandolo all’aperto e trasferendolo su carte di stracci o di cotone con la trasparenza dell’acquerello.
Chi è stato Massimiliano Bertolazzi
È solo un tratto della lunga scia che lascia Massimiliano Bertolazzi, docente, storico, ricercatore, scrittore, pittore e divulgatore che si è spento giovedì sera, a 72 anni, dopo una breve malattia.
Bertolazzi fa rima da sempre con Brognoligo, la frazione di Monteforte d’Alpone dov’era nato e ha sempre vissuto: formazione classica e artistica, aveva messo a disposizione dei ragazzi, da docente, competenze e passione. Agli anni di insegnamento negli istituti magistrali erano seguiti quelli nella scuola media fino al pensionamento, nel 2011. E proprio nelle aule scolastiche, con i ragazzi, era iniziata la sua missione a insegnare ad accorgersi di ciò che ci circonda, a chiedersene il perché, a indagarne la storia per esserne prima custodi e poi divulgatori.
Una cultura raffinatissima, la sua, che ha destreggiato con naturalezza, inventandosi sempre modi nuovi per condividerla: motore di alcune iniziative per la formazione continua degli adulti, nel 2017 aveva deciso di condividere tante conoscenze in veloci «pillole» sulla pagina Facebook Divulgatore storico.
Innamorato di Brognoligo, Monteforte e dell’intera Val d’Alpone, per anni aveva legato il suo nome a quello dell’amico Ennio Poli firmando a quattro mani decine di volumi. Non c’è archivio che non conoscesse: il suo regno era quello e normalmente dalle ricerche per un progetto «saltavano fuori» le coordinate per quello successivo.
Complice un rigore e una memoria straordinari, dalla pubblicistica sui luoghi è passato a quella sulle persone, con le monografie di famiglia e gli alberi genealogici.
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Se non ricercava o scriveva, dipingeva: lo ha sempre fatto, già da ragazzino, insegnando e facendo mostre.
Una montagna di acquerelli, tantissime opere ad olio realizzate in proprietà private e pubbliche, le meridiane ad affresco: c’è il suo tocco anche nel meraviglioso presepe ligneo all'ingresso del Palazzo Vescovile, come nelle sagome che attirano i visitatori accompagnati dalle guide che anche lui aveva contribuito a formare.
«Un benemerito della cultura montefortiana che si è sempre distinto per la sua straordinaria gratuita disponibilità», le parole del sindaco Roberto Costa nell’abbracciare la moglie Luciana e il figlio Marco.
Martedì 19 dicembre alle 15, a Brognoligo, i funerali.