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In concerto al Salieri

Antonella Ruggiero: «Nuovi arrangiamenti e sorprese, vi porterò a viaggiare con la mente»

Martedì 12 marzo, alle 21, arriva al teatro Salieri di Legnago, «Sacrè Profane», il progetto della Ruggiero con l’Orchestra Filarmonica Italiana e la CM Orchestra
Antonella Ruggiero
Antonella Ruggiero
Antonella Ruggiero
Antonella Ruggiero

L’Orchestra Filarmonica Italiana e la CM Orchestra, insieme sul palcoscenico accanto ad Antonella Ruggiero, una delle voci più versatili ed interessanti del panorama italiano.

Fuori cartellone, ma organizzato sempre dalla Fondazione culturale Antonio Salieri, domani sera, martedì 12 marzo, alle 21, arriva al teatro Salieri di Legnago, «Sacrè Profane», nuovo progetto nato dall’incontro tra i migliori elementi di questi due formazioni musicali, archi e sezione ritmica, diretti dal maestro Andrea Pollione, ed un’interprete che con le sue canzoni ha raccontato l’evoluzione dei costumi e del gusto del grande pubblico. Prima con il gruppo dei Matia Bazar, fino al 1989, e poi, dal 1996, con una carriera solista. 

Sacrè Profane tocca alcuni dei suoi più grandi successi, interpretando in chiave tutta nuova canzoni che hanno fatto la storia della musica leggera italiana. Come è nato questo nuovo progetto?
Con il maestro Andrea Pollione, che mi ha invitato a prenderne parte, abbiamo pensato ad una proposta in grado di unire per l’appunto questi due ensemble orchestrali a diverse canzoni del mio repertorio personale dando vita ad un percorso carico di suggestioni e di grandi emozioni. Tra i pezzi che interpreterò anche al Teatro Salieri di Legnago ci sono «Amore lontanissimo», «Vacanze romane», «Cavallo bianco», «Echi d’infinito», «Ti sento» e il «Kyrie» tratto dalla Missa Luba, la messa latina cantata nello stile tradizionale del Congo.

Si tratta dunque di un concerto che unisce sonorità differenti come è nel suo stile? 
Certo, il progetto ha anche questo come obiettivo. Ci saranno nuovi arrangiamenti e qualcosa di davvero particolare che porterà il pubblico a viaggiare con la mente, uno spettacolo che farà riflettere. La musica riesce sempre benissimo in questo, soprattutto in periodi come quello attuale. Ciò che avviene fuori e che stiamo vivendo ormai da troppo tempo viene sospeso dalla bellezza dell’arte.

Nella sua lunga carriera, in particolare come solista, lei ha attraversato musiche di varie provenienze culturali ed epoche lontane senza mai stancarsi di sperimentare. Cosa l’ha spinta a sperimentare tutto questo?
Ciò che mi sono sempre ripromessa è stato di evitare accuratamente la ripetitività, la noia, il riproporre lo stesso repertorio o per lo meno qualcosa di simile. Atteggiamenti del genere penso siano fallimentari per un artista. La musica, parlo per me naturalmente, non può essere limitata da un determinato periodo storico o dal successo di questo o quel brano. Perché questa professione non si trasformi in routine occorre avere sempre tanti interessi e grande curiosità. Ecco, la curiosità: è stata ed è ancora lei ad accompagnarmi soprattutto.

Anche se poi, ovviamente, il pubblico vuole riascoltarli certi pezzi, perfino a distanza di tanti anni.
È giusto, ma per quanto mi riguarda mi preme molto che siano arrangiati sempre in maniera nuova, con musicisti che provengono da culture differenti. Quindi la stessa canzone cambia mille volte vestito. Certo, si riconosce, ma tutto quello che c’è attorno è distante dalla versione originale. In questo modo c’è un continuo rinnovamento che colpisce in maniera positiva le persone in ascolto.

Se si pensa a questa sua enorme vitalità artistica non è difficile immaginare che sia già al lavoro su altre future proposte. Ci può fare qualche anticipazione?
Uscirà a breve un progetto che definire strano è poco. Si intitola «Altrevie» e sarà davvero innovativo: potrà piacere o meno, ma è realmente l'opera più particolare che mi abbia mai impegnata finora. 

Elisabetta Papa

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