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Il processo ai gerarchi fascisti
nel memoriale di un giudice

Il libro curato da Leonardo Malatesta e Francesco Mazzoli rilegge gli scritti
del generale Montagna
Gli attimi prima della fucilazione
Gli attimi prima della fucilazione
Gli attimi prima della fucilazione
Gli attimi prima della fucilazione

Giuseppe Corrà

Le fucilazioni del processo di Verona furono un atto di giustizia o di vendetta? Una domanda a cui si propone da dare una risposta il libro Le fucilazioni del processo di Verona: giustizia o vendetta?, memoriale del generale Renzo Montagna, giudice al processo contro i gerarchi fascisti. Il libro è curato da Leonardo Malatesta, direttore della Fondazione Museo storico del Nastro Azzurro e da Francesco Mazzoli, specialista in storia contemporanea. Il volume è stato pubblicato quest’anno dall’editore Pietro Macchione.

La presentazione dell’opera sarà oggi alle 18 al Tiro a segno nazionale, in via Magellano 15. Una sede scelta perché proprio in questo luogo, al poligono di tiro del forte San Procolo, nelle prime ore dell’11 gennaio del 1944 furono fucilati i gerarchi fascisti Galeazzo Ciano, Emilio De Bono, Luciano Gottardi, Giovanni Marinelli e Carlo Pareschi.

L’opera raccoglie le memorie del generale Renzo Montagna, uno dei giudici al processo di Verona che sancì la condanna a morte e la fucilazione solo di cinque fra i gerarchi fascisti rei di aver tradito il regime votando a favore della caduta del Duce durante la drammatica seduta del Gran Consiglio del Fascismo del 25 luglio 1943.

Il processo, cominciato l’8 gennaio del 1944, durò solo tre giorni. Il generale Renzo Montagna non ha mai fatto mistero dei propri scrupoli di coscienza: «Ma perché devo esserci proprio io in questa tragedia? Se il partito vuol uccidere, perché non lo fa coi propri mezzi? E i Tedeschi, se vogliono colpire qualcuno, hanno proprio bisogno di un processo?». Per questo egli si adoperò in tutti i modi perché gli imputati non fossero condannati a morte. Ma il suo agire fu vano e, dopo l’amara sconfitta, non rimase a Verona ad assistere a quella fucilazione. Nel volume il memoriale del generale Montagna è completato da alcuni importanti contributi e da un’inedita sequenza fotografica curati da Malatesta. A sua volta il giovane studioso Mazzoli analizza i momenti salienti delle fucilazioni registrati in un breve filmato dell’Istituto Luce. L’opera è completata da un’ampia bibliografia ragionata curata da Malatesta.

Dopo il saluto del generale Riccardo Sartor, presidente del Tiro a segno, interverrà Maria Francesca Montagna, figlia dell’autore, cui faranno seguito quelli di Malatesta, Mazzoli e dell’editore.

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