In una civiltà in cui il patrimonio della memoria scarseggia come l'acqua al tempo della siccità, e che andrebbe preservato dalle secche dell'arido disincanto per editto comunale, o con un'ordinanza di sano civismo, ritrovarsi dopo vent'anni tondi intorno alla risorgiva della Olga non è un at (...)
Clicca qui per proseguire la lettura