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La mostra personale

Il «Femminile» in bianco di Giorgio G. Adami

di Maria Teresa Ferrari

«Femminile», un titolo che incuriosisce sempre, perché il mondo femminile è talmente variegato che non sai da quale punto di vista un artista decide di coglierlo. L’omaggio alla donna che Giorgio G. Adami fa nella sua pittura, nelle diverse declinazioni sociali e culturali, è raccolto in uno dei suoi tanti cicli che prendono vita in un momento del suo percorso artistico per poi chiudersi anche a distanza di anni.

Il mondo «Femminile», che ci racconta il pittore veronese, sarà svelato nella personale che si inaugura a Verona, domani, venerdì 10 maggio, alle 18,30, all’Osteria al Carro Armato in vicolo Gatto.

Il legno puro
Una quindicina i lavori esposti di Adami, classe 1935, appartenenti al «ciclo bianco», smalti su tavola realizzati dal 2005 ad oggi, nei quali le figure emergono dal legno puro. Una famiglia, la Strega, La sciarpa, Figura femminile (Marilyn), L’albero di Eva, La ragazza con il basco, sono alcuni dei titoli delle opere, alcune già presenti in quel suo ricco archivio pittorico esposto nel 2006 nella grande mostra antologica, patrocinata dal Comune di Verona alla Gran Guardia, in occasione dei 50 anni di pittura. «Adami incrementa con una pagina inaspettata il suo dialogo con il colore», scriveva il poeta e critico d’arte Silvano Martini alla prima presentazione di questo ciclo pittorico. Il colore, solitamente molto presente nelle opere di Adami, «si è qui come disperso, al suo posto è comparso il bianco». Una pittura su legno molto diretta, pulita, vellutata. «Ho iniziato questo ciclo nei primi anni Duemila - spiega l’artista -, mi ero allontanato dal colore e dall’astratto per realizzare delle opere in bianco».

In punta di pennello
Un’esigenza non così strana per un pittore amante del colore, perché a volte abbiamo bisogno di staccarci dal colore e anche dall’astratto - prediletto da Adami - per tornare al figurativo, ma anche a una pittura monocroma essenziale, fatta di contenuti, non di orpelli. «Queste donne, - aggiunge - raccontate in “punta di pennello”, sprigionano con delicatezza l’essenza di una femminilità che va al cuore». Al loro fianco non mancano degli omaggi floreali e l’ambiente si illumina di girasoli «impazziti di luce» come li definiva Montale.

In mezzo ai fiori
Il pittore veronese ama inventare i “suoi” fiori, ne ha sempre dipinti tanti, come se avesse fatta sua la convinzione di Chagall per cui «l'arte è lo sforzo incessante di competere con la bellezza dei fiori - e non riuscirci mai». Sono oli su tela di diversi periodi, di dimensioni più piccole rispetto alle figure femminili, note di colore che intercala col bianco. Li ha colti dalla sua vasta produzione. Va direttamente di pennello Adami quando dipinge, una sicurezza acquisita con un impegno e un lavoro costante, grazie anche alle tante cose viste e conosciute nel mondo che lo hanno arricchito in più ambiti, da quello creativo a quello tecnico e stilistico. Ha viaggiato ed esposto in Argentina, Messico, Brasile, Stati Uniti, Germania e non solo; persino al Museo D’Orsay di Parigi. E così oggi i «Paesaggi», ammirati nell’ultima ampia mostra del 2017 alla galleria di San Zeno, nella chiesa di Santa Maria della Giustizia Vecchia, lasciano il posto alle figure femminili. «Nuove idee, nuove vie, mai ripetersi. Quando dipingo voglio anche divertirmi» confida l’artista. La mostra, che si chiuderà il 2 giugno, è aperta dal mercoledì al sabato dalle 11 alle 14.30 e dalle 18 alle 22.30 e la domenica dalle 11 alle 14.30, chiuso il lunedì e il martedì.

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