<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
None

Auguri a Ferretti fantastico creatore di spazi da Oscar

CINEMA. Il grande scenografo marchigiano compie martedì 70 anni
Tre statuette vinte per «The Aviator» e «Hugo Cabret» di Scorsese e per «Sweeney Todd» di Burton. Una carriera con Pasolini, Fellini, Gilliam
Lo scenografo Dante Ferretti, tre premi Oscar nella sua carriera. Martedì compirà 70 anni
Lo scenografo Dante Ferretti, tre premi Oscar nella sua carriera. Martedì compirà 70 anni
Lo scenografo Dante Ferretti, tre premi Oscar nella sua carriera. Martedì compirà 70 anni
Lo scenografo Dante Ferretti, tre premi Oscar nella sua carriera. Martedì compirà 70 anni

Gli scenografi candidati all'Oscar in quest'edizione possono tirare un sospiro di sollievo: se manca Dante Ferretti, la gara è ancora aperta. Del resto l'artista marchigiano ha sollevato la sua terza statuetta l'anno scorso e ora, a settant'anni che compirà dopodomani, martedì, può permettersi di diradare gli impegni e dedicarsi solo a quelli che, fra cinema, teatro e lirica, reputa più stimolanti. NATO il 26 febbraio 1943 a Macerata, Ferretti si trasferì a Roma subito dopo il diploma per frequentare l'Accademia delle Belle Arti. Messo da subito a fuoco il proprio interesse per la scenografia, riuscì, mentre ancora studiava, a trovare posto come aiuto prima di Aldo Tomassini-Barbarossa e poi di Luigi Scaccianoce, lo scenografo di Pierpaolo Pasolini. Da Il Vangelo secondo Matteo (1964) a Edipo re (1967) Ferretti gli fece da assistente fino a prendere il suo posto con Medea (1969). Da quel momento sino alla sua morte Pasolini volle sempre lui. UNA COSA ANALOGA successe anche con Fellini: Ferretti era arrivato sul set del Satyricon (1969) a seguito di Scaccianoce e dal 1979 divenne lo scenografo del maestro riminese. Proprio durante le riprese de La città delle donne (1980) conobbe il regista al quale dieci anni dopo si sarebbe indissolubilmente legato: Martin Scorsese. Dopo aver collaborato con i grandi nomi del cinema italiano (fra cui Bellocchio, Petri, Ferreri, Comencini, Risi, Scola) per Ferretti si aprirono le porte dell'estero con Il nome della rosa di Jean-Jacques Annaud (1986), trasposizione cinematografica del romanzo di Umberto Eco, e Le avventure del barone di Münchausen di Terry Gilliam (1988), che gli regalò la prima delle sue dieci nomination. Nel 1993 creò i magnifici ambienti de L'età dell'innocenza iniziando il sodalizio con Martin Scorsese. Grazie a quest'ultimo, del quale divenne lo scenografo ufficiale, Ferretti vinse due statuette: per The Aviator (2004) e Hugo Cabret (2011). La terza la ottenne grazie a Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street di Tim Burton (2007). TUTTI E TRE gli Oscar, Ferretti (che nel suo carnet ha quattro BAFTA, cinque David di Donatello e addirittura tredici Nastri d'Argento) li ha condivisi con la moglie: l'arredatrice Francesca Lo Schiavo, sua collaboratrice sin da La pelle di Liliana Cavani (1981). Sebbene sia ritenuto uno dei più grandi scenografi di sempre (in suo onore il Bari International Film Fest ha istituito il Premio Dante Ferretti), il mondo dello spettacolo riconosce a Ferretti meriti artistici assai più alti di quelli di geniale creatore di spazi immaginari: difatti nel 2005 è stato scelto come presidente alla 62esima Mostra del Cinema di Venezia.Escludendo gli anni Trenta (nei quali tale carica spettava al politico Giuseppe Volpi di Misurata), si tratta dell'unica volta in cui la giuria internazionale è stata guidata da qualcuno che non fosse un critico, uno scrittore, un regista o un attore.

Angela Bosetto

Suggerimenti