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La storia del veronese Andrea Padovani

Trent'anni fa ha cambiato vita e ora vive dipingendo su un'isoletta in Canada: «Qui la natura è forza suprema»

La moglie abita sempre in Canada, «ma a dieci ore di distanza, qui è troppo estremo per lei»
Andrea Padovani e le isole dove abita sul Pacifico
Andrea Padovani e le isole dove abita sul Pacifico
Andrea Padovani e le isole dove abita sul Pacifico
Andrea Padovani e le isole dove abita sul Pacifico

Silenzio tra acque placide. Quando nel 1792 il Capitano George Vancouver sulla costa occidentale dal Canada si addentrò in quel braccio di mare tratteggiato dai boschi, avvertì un senso di inquietudine tale da battezzarlo Desolation Sound.
Da allora la civilizzazione ha abbracciato quelle acque, ma senza invadenza e in totale empatia con la natura, che in un Paese come il Canada è un sacrosanto valore.

 

Un veronese in Canada

Su una di quelle isolette del British Columbia a otto ore da Vancouver, Cortes Island, un artista veronese, Andrea Padovani, ha trovato la sua «casetta in Canadà», come titolava la vecchia canzone, dove poter ritrovarsi: «La natura per me è sì bellezza, speranza e futuro, ma anche forza suprema. È la legna da raccogliere ed essiccare, è la corrente che manca per giorni, è la forzata permanenza sull'isola quando i traghetti non partono a causa dell'oceano, è il cibo facile che l'acqua ci dona», racconta Padovani, che in Canada a vivere stabilmente è venuto con moglie e figli nel 1998, a 37 anni.

Sull’isoletta vive da solo, sua moglie Federica, veronese pure lei, sta a dieci ore di distanza, a Whistler (nel 2010 vi si tennero le gare di sci ai Giochi olimpici di Vancouver, ndr): «Ci vediamo nei weekend; qui è un po' troppo estremo per lei, ma io sono un intimista che in posto così trova la sua dimensione», spiega.

 

La storia di Andrea e Federica Padovani


Nato e cresciuto in Borgo Trento, papà e zio a mandare avanti l’azienda di famiglia che lavora la plastica, mamma a casa a badare a lui, il fratello e la sorella; Andrea si laurea in Scienze Politiche a Bologna, ma in testa ha solo tavolozza, colori e pennello: «Negli anni Ottanta, sull’esempio di Dall’Oca Bianca, a Verona in luoghi come Ponte Pietra e Piazza Erbe vedevi i pittori coi loro cavalletti. Mi incuriosivano e sono stati la mia ispirazione».

Cinque anni in azienda di famiglia sono abbastanza per capire che quella non è la sua strada. Ed è a 25 anni, quando si sposa con Federica, che nella loro casa di Arbizzano Andrea fa della sua passione, la pittura, una professione. Una mano gliela tende un gallerista di Desenzano - «Avevo 31 anni e due figli, mi dette fiducia e vendeva e vende tuttora i miei lavori. Un passaggio importante della mia vita» -, poi un giorno sfogliando una rivista di viaggi ha una folgorazione: «Mi colpì un servizio sul British Columbia. Cinque milioni di persone in un posto sette volte l’Italia. Un luogo ideale dove vivere, pensai. Nel 1994 misi insieme un po’ di risparmi e portai la famiglia a fare una vacanza di un mese in camper in British Columbia. Ne fummo conquistati».

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Andrea ci torna a far tappa durante un viaggio in giro per il mondo da una galleria d’arte all'altra, ed è in quel momento che l’idea si concretizza: lui e Federica presentano domanda di immigrazione in Canada: accolta.

Quattro mesi e ricevono il Permanent Resident, l’equivalente della Green Card negli Usa: «Vivevamo in un villaggio sul mare a nord di Vancouver, dove ci facemmo i primi amici.

I nostri figli, Margherita e Mattia, andavano alle scuole elementari, io dipingevo e trovai altre gallerie in Canada, a Toronto, e negli Usa, nel vicino Stato di Washington, in California e a Chicago. Ma importantissima per me fu una galleria di Amsterdam dove tuttora espongo. I miei due mercati più importanti sono l’Ontario e l’Olanda», racconta Andrea, artista post-impressionista che dieci anni fa ha esposto alla Biennale di Venezia, nel padiglione Italiani nel Mondo insieme ad altri quattro pittori italiani residenti in Canada: «Questo Paese è un crogiolo di etnie e culture, gli anglosassoni rimangono i miei clienti maggiori. In Canada la presenza italiana più forte è a Toronto, ma a Vancouver l'idolo della città è un italiano, Vanni Sartini, un toscano che allena il Whitecaps, la squadra di calcio locale. Stanno andando piuttosto bene, tanto che i tifosi adesso dicono in italiano “Andiamo!”».

 

Il ritorno a Verona

A Verona Andrea torna una volta all’anno, a trovare sua madre, ma non fa sconti sull'altare dell'amarcord: «Verona me la gusto alle prime luci dell’alba quando, libera dal traffico e dai rumori, si mostra in tutto il suo splendore. Piazza Erbe era però l’anima dei veronesi, e mi chiedo dove sia finita oggi. Vero che i centri storici sono ormai ovunque centri commerciali a cielo aperto, ma rinunciare alla nostra bellezza è uno scempio», sentenzia severo.

Nel congedarci gli chiediamo se dopo 25 anni si senta più canadese o veronese; la risposta non lascia spazio a dubbi: «Il Canada mi ha dato la possibilità di esprimere il mio talento, la mia famiglia è qua e sono nonno da tre mesi. Le mie ceneri non finiranno nelle acque dell’Adige, ma in quelle di Desolation Sound». Ipse dixit.

Lorenzo Fabiano

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