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Cromatismo e materiali inediti
il mondo incantato di Alice

«La magia del clown» di Alice Voglino
«La magia del clown» di Alice Voglino
«La magia del clown» di Alice Voglino
«La magia del clown» di Alice Voglino

Una esplosione di colori, una gioia contagiosa, un vortice di emozioni caratterizzano la mostra Forme, cromie e riflessi che la giovane artista veronese Alice Voglino presenta, fino al 28 aprile, alla galleria Arianna Sartori di via Ippolito Nievo 17, a Mantova.

Punti cardine, il cromatismo, la fantasia, il movimento, l’approfondimento per ciò che è più importante nella vita. L’amore per gli atri e per la natura. Le opere sono realizzate con colori acrilici, pigmenti, glitter, pietre dure, conchiglie, vari piccoli oggetti. E con materiali inediti, come minipalloncini da gonfiare, cannucce di plastica, una mascherina a mezzo viso che compongono la tecnica mista La magia del clown, dove l’allegria si accosta ad un velo di tristezza. Attenzione per gli altri anche in Fratellanza che, nei colori accesi, abbraccia tutto il mondo. Una discesa nell’io individuale in Speen, con linee sinuose e circoscritte.

In Spiaggia, un trionfo di conchiglie fra colori acrilici e gesso su tessuto. Armonia fra l’ azzurro e il color corallo in Camargue, una tecnica mista con gesso, sassi, vetri colorati, conchiglie. Un risultato di sintesi in Foglie, una delle opere più recenti. Sullo sfondo verde, si diramano le nervature rese brillanti dai glitter e da pietre dure.

L’artista non può essere collocabile in alcuno stile pittorico. Essa è solamente se stessa, con la sua originalità e con la sua gioia di vivere che generosamente comunica a quanti si soffermano davanti ai suoi lavori. Si ha l’impressione che il mondo si svegli dal suo sonno per diventare luogo di delizie. Ad Alice non è sufficiente che un suo quadro resti fermo su una parete, ma fa in modo che chi guarda vi entri fisicamente per essere avvolto da armonia e benessere. Inoltre, con i disegni e i colori delle sue opere, sono stati prodotti tessuti per magliette e abiti.

L’obiettivo di Giuseppe Patera viene attirato da una delle più incantevoli regioni d’Italia. Infatti, si chiama Lucania tra grafismi e chiaroscuri la mostra, a cura di Laura Cicci De Biase, che l’artista (appartenente al Circolo Fotografico Veronese) presenta fino all’8 maggio a Casa Caffè Mazzanti di piazza Erbe.

Ogni foto si allarga in un panorama frutto di una sintesi. Ci si immerge fra colline tondeggianti e gialle di grano. A volte accanto a tale colore appare il verde, e fra i campi spicca un casolare solitario. Un’opera risulta quasi astratta, con le estensioni di grano arrotolate come una pergamena. Il verde ritorna in uno spiazzo deserto tra lo stormire degli alberi. Semiastratta una veduta in cui si alternano spiazzi color terra arida, tratti ricoperti di sassi, stesure verdi su cui si erge un albero senza compagnia. Interessante lo studio sui casolari fra la campagna. Hanno balconi, fienili, granai e sembrano quasi giocattoli gettati per caso in mezzo al lavoro dei contadini. Un’altra foto, dopo scansioni di giallo, termina con un orizzonte azzurro a ricordare che sopra ogni evento esiste il cielo.

Vera Meneguzzo

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