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Il dipinto

«Cristo Benedicente coronato di spine», la straordinaria donazione al museo di Castelvecchio

Il Cristo Bendedicente
Il Cristo Bendedicente
Il Cristo Bendedicente
Il Cristo Bendedicente

Straordinario dono a Verona si tratta del Cristo Benedicente coronato di spine, opera attribuita a Francesco di Bosio Zaganelli.

Di proprietà della famiglia Mezzelani, potrà essere ammirato al museo di Casltelvecchio quando potrà riaprire. . I fratelli Paolo, Margherita ed Eleonora l’hanno donata alla città: «Verona ci accolse con la sua bellezza tanti anni fa, dopo lungo peregrinare. Ora vogliamo lasciare questo capolavoro della nostra famiglia al Museo di Castelvecchio, uno degli spazi espositivi più belli d’Italia». 

Oggi la consegna, presenti il sindaco Federico Sboarina, l’assessore alla Cultura Francesca Briani e la direttrice dei Musei civici Francesca Rossi. «Un’opera ancora da studiare», ha detto quest'ultima, «sarà infatti interessante approfondire la ricerca sull’autore e sulla tavola, che potrebbe far parte di una composizione. Affianco al dipinto racconteremo la sua storia, in modo che tutti la conoscano e ne apprezzino il valore non solo artistico, ma anche di vita vissuta nel corso dei secoli». 

 

 

Il dipinto, databile tra il XV e il XVI secolo, nel corso della sua storia è passato da Alessandria d’Egitto all’Etiopia, passando da Capo di Buona Speranza per tornare in Italia, prima a Viareggio, poi a Genova e infine a Verona.  Come spiega la nota di Palazzo Barbieri, Zaganelli, attivo nella nativa Cotignola, inizia la sua produzione in stretta collaborazione con il fratello Bernardino, con cui conduce una bottega fino ai primi anni Dieci del Cinquecento, periodo in cui Francesco risulta risiedere a Ravenna. Mentre Bernardino si mantiene entro i binari di un’educazione ferrarese-bolognese, Francesco fu spirito inquieto, sollecitato dalle più disparate tendenze pittoriche del tempo, dal venetismo romagnolo divulgato da Palmezzano, Carrari e Rondinelli ai primi esperimenti grafici di origine nordica, elaborando le sue composizioni in una promiscuità di scuole e stili diversi. 

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