<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

CELLI, IL PIONIERE DELL’AMBIENTE

Giorgio Celli, amico degli animali, veronese di nascita, è morto l’11 giugno di dieci anni fa
Giorgio Celli, amico degli animali, veronese di nascita, è morto l’11 giugno di dieci anni fa
Giorgio Celli, amico degli animali, veronese di nascita, è morto l’11 giugno di dieci anni fa
Giorgio Celli, amico degli animali, veronese di nascita, è morto l’11 giugno di dieci anni fa

Assieme a Danilo Mainardi era stato un pioniere in Italia dell’etologia, la scienza che studia il comportamento degli animali. Era l’11 giugno di dieci anni fa, quando Giorgio Celli, entomologo prima ancora che etologo, «gattofilo» scrittore e tanto altro ancora, si spegneva a 76 anni in una clinica di Bologna per complicanze post operatorie. Veronese di nascita, ma bolognese di adozione, chissà cos’avrebbe detto nel 2017, quando l’Onu decise di proclamare il 20 maggio «La Giornata mondiale delle api». Proprio lui che, da entomologo, le aveva studiate come un sensibilissimo indicatore biologico dei danni prodotti dall’impiego di pesticidi e fitofarmaci in agricoltura. Già a partire dai primi anni Ottanta, l’eclettico ricercatore aveva capito che bisognava correre ai ripari non solo per salvaguardare l’esistenza di questi preziosi e utili insetti, ma anche per tutelare la salute umana. Così, nel 1983, fonda il Biolab di Cesena (oggi Bioplanet) il primo Centro per la lotta integrata, dove si producono insetti utili alla lotta biologica contro i dannosi fitofagi (gli insetti mangia foglie). Da allora la lotta biologica è divenuta uno strumento importante per sostituire del tutto o in parte gli insetticidi chimici in agricoltura. Giorgio Ruggero Celli, classe 1935, nato a Verona, si laureò nel 1959, all’Università di Bologna, in Scienze agrarie e cominciò a praticare «sul campo», come assistente, la foresta casentinese di Campigna. Poi diventa docente all’Università di Bologna, dove guiderà, dal 1992 al 1998, l’Istituto di entomologia Guido Grandi. Oltre che il centro per la lotta biologica, fonda due altri centri per il controllo delle popolazioni di zanzare nelle zone umide. Ricercatore poliedrico, ha pubblicato più di 200 ricerche su riviste nazionali e internazionali: studi sulle api, naturalmente, delle quali ha descritto la percezione visiva e le capacità di apprendimento, ma anche su altre mirabilia del mondo animale e vegetale. Nel 2002, il Museo Nazionale di Scienze della Terra di Torino gli affida l’allestimento di uno spazio della storia della vita sulla Terra di grande coinvolgimento per i visitatori. Fra le sue più grandi passioni, i gatti, ai quali dedica diversi libri: «La Vita segreta dei gatti», «Gatto è bello» e «Il Gatto di casa. Etologia di un’amicizia», solo per citarne alcuni. Celli, che amava definirsi «gattologo per passione», su questi felini diceva: «I gatti sono stati miei maestri di etologia. Maestri senza parole, ma con gesti trasparenti e sinceri; ed io, a poco a poco, sono diventato loro ammiratore e complice». Fu uno dei pochi a spiegarci quale sia la sostanziale differenza fra cani e gatti. «I primi si rapportano alle persone, i secondi al territorio. Un gatto che vi fa le fusa sa che siete un individuo, ma vi vede come una comoda e calda residenza». Il ricercatore veronese si dedicò anche alla letteratura e al cinema: è stato autore di numerosi romanzi a sfondo noir, dove ancora una volta emergono la sua cultura scientifica e il suo amore per i gatti. Ha inoltre scritto sceneggiature per Pupi Avati e recitato in alcuni suoi film, oltreché in altri lungometraggi. Con una speciale passione per il poeta inglese Eliot, era anche prolifico autore teatrale, di poesie e di saggi. Nel 1975 vinse il Premio Luigi Pirandello con «Le tentazioni del professor Faust», mentre alcune sue pieces vennero rappresentate al Festival dei due mondi di Spoleto nel 1975 e nel 1977. Nel 1986 alla Biennale di Venezia curò l’audiovisivo «Arte e biologia nel Novecento» per la sezione «Arte e scienza». Come volto televisivo, ha condotto per sei anni, con garbo e ironia, il programma di divulgazione «Nel regno degli animali». Gli mancava solo la politica. Presto fatto: è stato parlamentare europeo nel Gruppo dei Verdi dal 1999 al 2004; nonché consigliere per i Verdi al Comune di Bologna. Famose rimangono le sue battaglie a tutela della biodiversità e i diritti degli animali. Era insomma uno studioso alla vecchia maniera, fuori dai «vicoli» delle iper specializzazioni. Sapeva unire, in modo semplice e comprensibile, etologia, evoluzione e psicologia nel tentativo di interpretare i comportamenti degli animali, che, secondo lui, erano depositari di alcuni segreti inconsci che ci appartengono. Non mancava di fare ritorno di tanto in tanto a Verona per partecipare a qualche convegno come moderatore. Da ricordare quello dedicato al cane che si svolse nel 2007 alla Gran Guardia. A Verona gli sono stati dedicati una Scuola di relazione con il cane e alcuni corsi di etologia. Grazie a personaggi come lui, si è capito che gli animali sono esseri senzienti. •.

Piero Capone

Suggerimenti