<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Benvenuti al Sud» Claudio Bisio gioca con gli stereotipi

CINEMA. Esce venerdì il remake del film francese «Giù al Nord»


L'attore: «La commedia non vuole difendere identità contrapposte ma incitare a conoscere l'altro» Nel cast anche Angela Finocchiaro
Claudio Bisio in una scena del film «Benvenuti al Sud»
Claudio Bisio in una scena del film «Benvenuti al Sud»
Claudio Bisio in una scena del film «Benvenuti al Sud»
Claudio Bisio in una scena del film «Benvenuti al Sud»

Per Claudio Bisio, Benvenuti al sud è «un film anti Barbarossa» perché «non è sulla difesa strenua di identità contrapposte, ma incoraggia a conoscere l'altro. Vorrei che i politici del nord, e non solo, lo vedessero, anche se c'è il rischio che ridano senza capire». Così l'attore commenta la commedia di Luca Miniero di cui è protagonista e che esce venerdì in oltre 500 copie, distribuita da Medusa. Nel cast anche Alessandro Siani, Angela Finocchiaro e Valentina Lodovini. Il film, viste le polemiche recenti in cui è intervenuto anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è di grande attualità.
Coprodotto con la Germania e già venduto Oltralpe, è il remake dello straordinario successo francese Giù al nord di e con Dany Boon (qui coproduttore esecutivo e presente in un cameo), uscito due anni fa, con incassi nel mondo di oltre 182 milioni di euro. La storia gioca sugli stereotipi fra nord e sud, anche se, dice Bisio «in Italia, rispetto alla Francia i contrasti geoculturali sono molto più forti, troppo. La questione meridionale da noi non è stata risolta da nessun punto di vista». Per lui la politica dovrebbe «rispondere al più presto a situazioni come quelle che hanno portato all'uccisione del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, cui il film è dedicato».
Mentre in Giù al nord il protagonista, dalla calda Provenza veniva trasferito nell'apparentemente poco ospitale regione del Nord, qui il lombardo Alberto (Bisio), direttore di un ufficio postale, dopo aver invano tentato con un trucco, di farsi trasferire a Milano, per far contenta la moglie, Silvia (Angela Finocchiaro), viene spedito in Campania, a Castellabate, nel Cilento. L'uomo, pieno di pregiudizi, come Silvia e gli amici («vedi Napoli e poi muori... ammazzato» gli dicono) parte con giubbotto antiproiettile, trappole per topi, lozione solare protezione 50 e nostalgico pezzo di gorgonzola. Però, pian piano, a Castellabate Alberto si lascia conquistare dall'ospitalità del sud e fa amicizia con i suoi impiegati, dal postino Mattia (Alessandro Siani), tanto spigliato quanto succube della mamma, a Maria (Valentina Lodovini).
«Questo non è un film a tema, che vuole essere a tutti costi cattivo», dice Bisio, che a gennaio ritornerà su Canale 5 a Zelig, con la nuova partner, Paola Cortellesi. «Il messaggio è valorizzare le diversità. Alberto e la moglie, sono due ignoranti che, guardando e conoscendo, arrivano ad apprezzare l'altro. Conoscersi vuol dire volersi bene». Anche perché aggiunge la Finocchiaro «c'è poco da fare i galletti sui nordismi, si è sempre a sud di qualcuno».
Per il regista Luca Miniero, Benvenuti al sud «parla dell'Italia di oggi, mostrando una contrapposizione sorridente tra la gente, più vicina a quella reale che a quella politica. Magari anche Bossi andrà a vederlo. Non penso che uno faccia il leghista 24 ore al giorno».
Siani è contento che nel film non prevalgano i luoghi comuni: «Emerge l'umanità e il sentimento, che con inventiva e genialità sono nel Dna dei napoletani».

Suggerimenti