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GIRO DELLE MOSTRE

Begnoni tende una mano vera al dolore Natura in sospeso tra ispirazione e palco

Allo Studio La Città 15 autori ecologisti: supersassi antinquinamento, foto all'aria che ci tocca respirare
Renato Begnoni, Tre Marie 2013, foto in mostra a Villafranca
Renato Begnoni, Tre Marie 2013, foto in mostra a Villafranca
Renato Begnoni, Tre Marie 2013, foto in mostra a Villafranca
Renato Begnoni, Tre Marie 2013, foto in mostra a Villafranca

VILLAFRANCA Quattro autori alla mostra «Percorsi di vite» alla cantina Menegotti (località Acquaroli 7) fino al 6 giugno. Renato Begnoni propone tre foto su carta cotone elaborate a tempera di soggetti sacri. Nelle Tre Marie, una mano vera si tende assieme a quelle delle statue del Mortorio nella chiesa della Disciplina. Giovanni Meloni usa pure pittura combinata a foto per documentare lo sfruttamento minorile in Estremo Oriente. Simonetta Perlini su una zattera di tronchi raccoglie gli oggetti che sono da salvare: un cestino d'asilo, piccole sculture femminili. Luciana Soriato dipinge tempere con colature nere e blu cobalto e tasselli oro.
OXFORD Un acquerello su carta cotton, raffigurante una tartaruga immaginaria, è l'opera con la quale la veronese Giuliana Maddalena Fusari si presenta fino al 9 giugno, assieme a una cinquantina di artisti, nella collettiva «Animal House» a cura di Adelina Allegretti, ospitata alla 3 Gallery (Castello di Oxford, Inghilterra). Preziosi tratti, a volte quasi fosforescenti, per raffigurare l'animale ispiratore di Fedro, Esopo, La Fontaine.
STUDIO LA CITTÀ Con il titolo «De rerum natura», 15 artisti italiani ed esteri espongono nella galelria di lungadige Galtarossa 21 interessanti opere molto differenziate fra loro, ma mirate alla difesa e alla conservazione della natura. La mostra, a cura di Angela Modesani con la collaborazione di Andrea Lerda, si chiuderà il 15 settembre. Herbert Hamak si ispira a due opere di Caspar David Friedrich, Abend e Nacht ( il giorno e la notte), stampando le immagini e colorandole nelle tonalità caratteristiche del pittore romantico tedesco. Le ha poi racchiuse in teche di resina a indicare la necessità di salvare il paesaggio.
Emanuele Becheri realizza il video Time out of joint, dove alcuni microfoni registrano i suoni della campagna, mentre il fuoco di un accendino avverte di una eventuale distruzione.
Lynn Davis fotografa le architetture di ghiaccio; iceberg e ghiacciai. La bellezza delle forme fa dimenticare la capacità distruttiva di queste masse.
Elisa Sighicelli, nel video Dance-bound, scandaglia le profondità marine (o quelle dell'inconscio fantastico) abitate da cavallucci che sembrano volerci invitare alla loro danza.
Andrea Carretto e Raffaella Spagna, con Essere ciottolo, rappresentano grossi similsassi, ottenuti da materiale sintetico e artificiale. Una denuncia dell'inquinamento nei fiumi: se va avanti così, nel Rodano non resteranno neanche i sassi, sembrano dire.
Mikala Dwyer, in Giardino sospeso, raduna dentro a sacche di plastica trasparente, pendenti dal soffitto, 50 piante di Giada, secondo la leggenda portatrici di buon augurio. È compito dell'uomo preservare la vegetazione per meritarsi la serenità.
Luca Rento, con le sue Ninfee (vetroinstallazione) è riuscito a creare un movimento che potrebbe provocare un effetto ipnotico nello spettatore.
Elisabeth Scherffig racconta con il disegno visioni di cave di pietra da cui viene estratto il marmo per i sontuosi edifici delle città. Chiara è in lei l'influenza di Albrecht Durer.
Massimo Vitali fotografa con l'obiettivo ma soprattutto con l'occhio dell'arte l'isola di Milos, con la sua parete rocciosa e la sua sabbia incontaminata.
Formafantasma, con il progetto Botanica, si avvale di polimeri naturali per la realizzazione di oggetti di uso comune. Pone così l'attenzione sulla ricerca scientifica mirata alla realizzazione di plastiche biodegradabili.
Jacob Hashimoto realizza, al centro di una sala, Tree III, un grande albero di legno che, al posto delle foglie, regge grandi sfere luminose che sembrano palloncini sfuggiti di mano ai bambini.
Andre Woodward, nella sua installazione Just Out of Reach pone alcune piante dentro a blocchi di cemento dove, incredibilmente, esse continuano a vegetare.
Eltjon Valle mette in mostra, con tecnica mista, una porzione di terreno inquinato albanese: viene dalle zone in cui, alla caduta del comunismo, sono stati forati gli oleodotti per rubare petrolio, provocando con le perdite un enorme danno ecologico.
Esther Mathis, nella stampa fotografica ai sali d'argento One year of atmospheric exposure, raffigura quanto ha raccolto, per 365 giorni, su vetrini posti alla finestra: ecco cioò che è nell'aria in città come Milano, Berlino, Zurigo. Dimostrazione visibile di cosa ci tocca respirare.
Laura Pugno, con abrasione su stampa digitale, svolge in cinque foto alpine il tema Quel che Annibale non vide.

Vera Meneguzzo

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