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Allo Studio Forti il «Domus Restauro»

Gli architetti veronesi Giorgio e Ilaria Forti, vincitori del premio
Gli architetti veronesi Giorgio e Ilaria Forti, vincitori del premio
Gli architetti veronesi Giorgio e Ilaria Forti, vincitori del premio
Gli architetti veronesi Giorgio e Ilaria Forti, vincitori del premio

Verona sugli scudi alla settima edizione, 2019-2020, del Premio internazionale di restauro architettonico “Domus Restauro e Conservazione Fassa Bortolo”. Agli architetti scaligeri Giorgio e Ilaria Forti, padre e figlia, dello Studio di architettura Forti, è andata la medaglia d’oro per il restauro della chiesa di Santa Maria di Nazareth, a Venezia, al Vulgo degli Scalzi. Il primo premio è andato “ex aequo” all’architetto Jaco Booyens per il restauro e i miglioramenti del Buffelsdrift Game Lodge, in Sudafrica, ad Oudtshoorn. Il riconoscimento è stato consegnato in una cerimonia in webinar. Il “Domus” è un importante momento d’incontro tra le eccellenze nel campo del restauro, della riqualificazione e del recupero architettonico e paesaggistico. Nell’edizione 2019-2020 il panorama dei 104 progetti selezionati si è esteso a Paesi di quattro continenti. La commissione è stata presieduta dall’architetto Riccardo Dalla Negra, professore ordinario di restauro dell’Università di Ferrara, ed era composta dal professor Claudio Varagnoli, dell’Università D’Annunzio, di Pescara, dagli architetti Konstantinos Karanasos, che è funzionario dell’Acropolis Restoration Service di Atene, e Margherita Eichberg, soprintendente ad archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma e la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale. Inoltre dal professor Marcello Balzani, direttore del centro DIAPReM TekneHub del Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara. Questi alcuni punti della motivazione della medaglia d’oro a Giorgio e Ilaria Forti. «Il restauro della facciata della chiesa di Santa Maria di Nazareth a Venezia ha affrontato alcuni temi cruciali della disciplina del restauro risolvendoli con piena consapevolezza. La prima questione è quella relativa al rispetto che si deve alla cosiddetta “patina del tempo”, vale a dire l’insieme delle modificazioni che il tempo induce fisiologicamente sulla materia, cui si aggiungono i danni provocati dall’inquinamento o da altri fattori esterni. Modificazioni, dunque, da salvare, e danni, al contrario, da contrastare». E ancora: «L’intervento, dettagliatamente documentato, alterna metodiche dirette al consolidamento e alla pulitura delle superfici (preferendo materiali inorganici), ad altre rivolte alla reintegrazione delle lacune, con esclusione di ogni forma di sostituzione o di “tassellatura” a favore di “stuccature” facilmente identificabili e potenzialmente reversibili». Due medaglie d’argento ex-aequo per il Centro artistico Ten Bogaerde-Govaert & Vanhoutte Architects e per lo Studio Haratori all’Office Haratori. Verona è protagonista anche per il Premio Speciale Fassa Bortolo, per interventi “nel rispetto dei principi conservativi, della sostenibilità e della qualità architettonica”, assegnato allo Studio Wok, di Milano, con il progetto Casa di campagna a Chievo, frazione della città scaligera. •

Enrico Giardini

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