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Aveva 93 anni

Addio a Piero Angela. Il suo ultimo messaggio: «Mi spiace non essere più con voi, ma anche la natura ha i suoi ritmi»

Il figlio Alberto: «Buon viaggio, papà».
Piero Angela
Piero Angela
Addio a Piero Angela

Addio a Piero Angela. Si è spento a 93 anni il giornalista e divulgatore scientifico più amato della televisione italiana. Lo ha annunciato il figlio Alberto, con un semplice post su Facebook: «Buon viaggio, papà». Frase accompagnata dall'immagine del «padre» di Quark, programma di informazione ed educazione di grandissimo successo creato agli inizi degli anni Ottanta.

Nei giorni scorsi Piero Angela, decano della Rai, ha voluto lasciare al sito Internet del suo programma SuperQuark l’ultimo messaggio di saluto ai telespettatori. «Cari amici - ha scritto - mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana. Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano. Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia».

 

«È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio».

 

UNA VITA TRA CONOSCIENZA E TV. Nato a Torino nel 1928, Piero Angela aveva iniziato la sua carriera giornalistica in Rai come cronista radiofonico, divenendo poi inviato e conduttore del tg. La sua grande popolarità è legata ai suoi programmi di divulgazione scientifica, da Quark a Superquark per citare i più importanti, con i quali ha fondato per la televisione italiana una solida tradizione documentaristica.

Piero Angela ha scritto anche diversi libri, sempre di carattere divulgativo: Nel cosmo alla ricerca della vita (1980); La macchina per pensare (1983); Oceani (1991); La sfida del secolo (2006); Perchè dobbiamo fare più figli (con L. Pinna, 2008); A cosa serve la politica? (2011); Dietro le quinte della Storia. La vita quotidiana attraverso il tempo (con A. Barbero, 2012); Viaggio dentro la mente: conoscere il cervello per tenerlo in forma (2014); Tredici miliardi di anni. Il romanzo dell’universo (2015); Gli occhi della Gioconda (2016). Nel 2017 ha pubblicato il libro autobiografico Il mio lungo viaggio.

Nel 2004 è stato insignito del titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e nel 2021 del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

 

IL CORDOGLIO. «Ci lascia Piero Angela, un vero fuoriclasse della divulgazione scientifica. Abbiamo imparato ad amare la scienza grazie ai suoi programmi tv che sapevano parlare davvero a tutti. Ci mancheranno tantissimo la sua intelligenza, la sua cultura, la sua gentilezza». Lo scrive su Twitter il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

«Un grande divulgatore, un uomo di scienza e di cultura che, sfruttando le possibilità del servizio pubblico televisivo, ha permesso a intere generazioni di italiani di avvicinarsi alla scienza e comprenderne i segreti. Un grande italiano, un uomo elegante e rigoroso capace di trasmettere il piacere della scoperta e della conoscenza. Mi stringo al dolore del figlio Alberto e di tutta la famiglia in questa triste giornata». Così il ministro della Cultura, Dario Franceschini, rende omaggio a Piero Angela.

«Con la scomparsa di Piero Angela la televisione e il mondo della cultura perdono un grande divulgatore, capace di dare vita a quella che poi è diventata una vera e propria scuola documentaristica», scrive in una nota il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. «Innamorato della scienza, lungimirante, ha saputo superare la rigida divisione tra sapere accademico e popolare, bypassando le accademie e entrando direttamente nelle case della gente, aprendo così a tutti l’accesso al sapere e introducendo un linguaggio approfondito, comprensibile e mai saccente. La sua sobrietà e la sua ironia, unite ad una signorilità d’animo lo renderanno per sempre un modello di conduzione e divulgazione». E conclude: «Ai suoi familiari vanno le mie condoglianze, per una perdita che coinvolge come poche altre la nostra storia e la memoria collettiva».

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