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Addio a Febo Conti pioniere della radio e della televisione

LA SCOMPARSA. Il giorno di Natale avrebbe compiuto 86 anni
A dargli grande popolarità fu il quiz per ragazzi «Chissà chi lo sa?» dal 1961 al 1974. Per cinque anni diresse il parco di Gardaland
Febo Conti: era nato a Bresso, nel Milanese
Febo Conti: era nato a Bresso, nel Milanese
Febo Conti: era nato a Bresso, nel Milanese
Febo Conti: era nato a Bresso, nel Milanese

La sua carriera era cominciata nel 1945, alla Radio della Svizzera Italiana, dove conduceva, tra le altre, le trasmissioni La Costa dei Barbari (portata avanti fino a pochi anni fa) e Il Dante avvelenato. Ma la grande popolarità arrivò con la televisione, nei primi anni Sessanta, con la conduzione del quiz televisivo per ragazzi Chissà chi lo sa?, in onda il sabato pomeriggio dal settembre 1961. Negli ultimi anni, però, Febo Conti viveva appartato. Malato da tempo, si è spento ieri mattina all'ospedale di Desenzano, nel Bresciano. Viveva dal 1976 a Moniga, perché dal 1975 al 1980 diresse Gardaland, il parco dei divertimenti più grande d'Italia. Tra pochi giorni avrebbe compiuto 86 anni: era nato il giorno di Natale del 1926 a Bresso, in provincia di Milano. In televisione Febo Conti ha lavorato anche con Enza Sampò ne Il club dei castori. Il rapporto con la Rai si interrompe però nel 1974, dopo la trasmissione Circodieci. Conti vi sarebbe tornato a lavorare solo nel 1998-'99, partecipando alla rubrica Io amo gli animali, inserita nel programma Ci vediamo in tivù condotto da Paolo Limiti. Fino al 1974 durò anche Chissà chi lo sa, tredici edizioni consecutive. L'incipit era sempre lo stesso: «Salve ragazzi, buon giorno e benvenuti a Chissà chi lo sa?». «Si diceva buongiorno perché i ragazzi allora dicevano sempre buongiorno, ma oggi i ragazzi sono diversi...», spiegò una volta. «Io trattavo i bambini come adulti, senza vocine e domandine cretine. Odio chi specula sui piccoli, per esempio Bravo Bravissimo. Mi dispiace per Mike (Bongiorno, ndr) ma è uno show inaccettabile». Negli anni della seconda guerra mondiale il giovane Febo frequentava l'istituto tecnico e iniziò, per diletto, a imitare Ridolini, aiutato dal fisico gemello: in tanti lo scambiano per il vero Ridolini, che invece era americano, si chiamava Larry Semon, ed era morto nel 1928. Febo Conti fece le sue prime apparizioni sui palcoscenici milanesi, poi iniziò a lavorare in radio: «Avevo bisogno di lavorare. Un mio carissimo amico, Edo Damiani, trovò un annuncio su un giornale. Cercavano voci per la radio. Quando mi presentai con il mio diploma di perito industriale mi chiesero se fossi li per fare il tecnico, ma io: “No, voglio proprio fare la voce radiofonica". Iniziai come rumorista: battevo le dita sula scatola della Nivea per riprodurre il trotto dei cavalli, oppure strofinavo il giornale sulle pareti bucate per fare la pioggia». Lavorò per Radio Italia del Nord, la voce dei partigiani, e frequentò l'Accademia di Paolo Grassi e Giorgio Strheler. A Liberazione avvenuta, Conti continuò a lavorare per Radio Milano: era il più giovane annunciatore radiofonico d'Italia. Mentre lavorava in radio, faceva anche teatro e divenne talent scout, scoprendo un giovane imitatore, Alighiero Noschese: «Lo ingaggiai per 3.500 lire a serata... Una sera, a Intra o a Pallanza, mi si presenta invece un giovane magro magro e lungo lungo con la faccia dipinta di nero: “Faccio l'imitazione di Louis Armstrong", mi dice. «Da morir dal ridere. Gli chiesi se aveva qualche altro numero. Raccontò a suo modo la storia di Caino e Abele e finimmo sotto i tavoli. E poi fece una macchietta, quella del poer nano: era Dario Fo. Lo presi subito in compagnia per 3.000 lire a sera. Sì, 500 in meno di Noschese».

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