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«Crisi di Gardaland? Subito il Consiglio comunale aperto»

CASTELNUOVO. Ieri mattina la richiesta ufficiale è stata fatta dal gruppo «Salvelli sindaco». Azienda, lavoratori e politici  a confronto sulle soluzioni future
La seduta del Consiglio comunale di ieri mattina FOTO AMATO
La seduta del Consiglio comunale di ieri mattina FOTO AMATO
La seduta del Consiglio comunale di ieri mattina FOTO AMATO
La seduta del Consiglio comunale di ieri mattina FOTO AMATO

Un consiglio comunale aperto per un confronto tra amministratori locali e politici sulla crisi aziendale di Gardaland e delle altre realtà produttive del territorio. Questa la richiesta del gruppo consiliare «Salvelli sindaco» (Alessandro Salvelli, Ivano Residori, Gianfranco Gugole, Andrea Parolini e Francesco Zeni) che ne ha dato annuncio nel corso dell'assemblea di ieri mattina. «Abbiamo atteso un po' di tempo per intervenire perché abbiamo prima voluto verificare, per quanto possibile, la situazione di Gardaland in modo da esporre pensieri e considerazioni frutto non solo dell'emotività ma di valutazioni consolidate», dice Salvelli. «E la prima cosa che possiamo dire è che al momento parrebbero non esserci rischi o problemi per il personale assunto stagionalmente. L'argomento stagionali non sarebbe mai stato in discussione. Le misure intraprese dalla società riguarderebbero dunque solo i 65 dipendenti a tempo indeterminato per i quali è in corso la procedura di mobilità». Ma anche su questo Salvelli ha notizie differenti e che in qualche modo riaprono la partita che, dopo il mancato accordo tra azienda e sindacati, doveva concludersi con i licenziamenti. «A noi risulta che la vicenda non é chiusa e che anzi ci sia una sorta di rivalutazione che potrebbe aprire la strada all'utilizzo della cassa integrazione in deroga almeno per una parte di questi lavoratori. In questo senso azienda e sindacati dovrebbero tornare ad incontrarsi nei prossimi giorni. Ciò detto», sottolinea il capogruppo, «speriamo comunque che l'amministrazione castelnuovese convochi quanto prima questo Consiglio comunale con la partecipazione dei rappresentanti di Gardaland e delle altre realtà economico produttive che stanno vivendo la crisi».
«Il punto è che da queste figure, che rivestono ruoli e funzioni di rilievo, ci si aspettano proposte e non la sola esternazione di preoccupazioni. Ad esempio mi piacerebbe sapere se questi signori si sono mai preoccupati di avere accesso ai bilanci, soprattutto quelli consolidati perché nelle realtà multinazionali come è adesso quella di Gardaland quei documenti possono consentire di leggere anticipatamente criticità e difficoltà che poi possono essere all'origine di scelte come quella della mobilità», aggiunge Residori precisando «sono un difensore delle aziende; ma quando queste vanno in crisi bisogna capire bene la natura del problema: perché se si tratta di produrre o mantenere alti i redditi a scapito della forza lavoro o di penalizzare, ad esempio, il ramo Italia di una holding internazionale per risanare altre realtà allora occorre agire concretamente e ad ogni livello. Servono, come si dice, i fatti non le parole».
«Sarebbe importante che il management di Gardaland mostrasse la progettualità a lungo termine», interviene Gugole, «perché parliamo di aziende che mediamente ogni due anni per non perdere quote di mercato devono mettere in cantiere una attrazione nuova. Questo vale a maggior ragione qui perché è stata appena chiusa una attrazione storica come il delfinario. Una scelta sulla quale ha sicuramente inciso la problematica ambientalista, ma pur sempre la chiusura di un vero e proprio marchio di fabbrica del parco più importante e famoso d'Italia. Per questo, oltre che capire cosa sta succedendo adesso, sarebbe molto importante conoscere quali sono gli obiettivi verso i quali si muove la proprietà di Gardaland. E la politica deve farsi parte attiva di questo confronto».

Giuditta Bolognesi

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