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Andreotti a Gardaland: era a cavallo

ALBUM DEI RICORDI. Giorgio Tauber, ex direttore generale di Gardaland, nel 1989 accolse il senatore democristiano: «Spiazzò la sicurezza andando a farsi un giro sulla giostra, divertendosi come un bambino»
Da sinistra, Giulio Andreotti , Flavio Zaninelli e  Giorgio Tauber
Da sinistra, Giulio Andreotti , Flavio Zaninelli e Giorgio Tauber
Da sinistra, Giulio Andreotti , Flavio Zaninelli e  Giorgio Tauber
Da sinistra, Giulio Andreotti , Flavio Zaninelli e Giorgio Tauber

Seduto in sella a uno dei cavalli della giostra di Gardaland. È un ricordo speciale quello che ha Giorgio Tauber, tra i fondatori del parco divertimenti di Castelnuovo di cui è stato direttore generale dal 1974 al 1996, del senatore a vita Giulio Andreotti, scomparso all'età di 94 anni due giorni fa. In un album fotografico Tauber ha raccolto le foto della visita di Andreotti a Gardaland nel 1989, in occasione della campagna elettorale per le europee dove correva anche Gabriele Sboarina. Tra queste spicca un'immagine in cui Andreotti sta a cavalcioni di uno dei cavallini della giostra (sul sito www.larena.it la fotogallery di Andreotti a Verona). «Si trattò di un fuoriprogramma che creò anche qualche problema alla scorta», ricorda Tauber. «Andreotti era arrivato a Gardaland per una visita programmata, con un'ampia scorta di sicurezza. Lo accogliemmo io e il consigliere delegato Flavio Zaninelli. C'erano molti politici, esponenti della Dc, autorità, invitati. A Gardaland avevamo predisposto un palco lungo 25 metri, vicino alla Valle dei Re, per la cerimonia di benvenuto. Tutto si svolse come era stato stabilito e, a cerimonia conclusa, ci avviammo con Andreotti verso il ristorante». Ma a un certo punto del percorso nel parco divertimenti il corteo s'imbattè nella classica giostra con i cavalli. Racconta Tauber: «Stavo spiegandogli che quella era una giostra Pinfari di Suzzara, una creazione italiana quando, non so perchè, mi venne spontaneo rivolgermi ad Andreotti chiedendogli "presidente, vuol farsi un giro?" indicando la giostra. E lui rispose "Perchè no?". E si diresse verso l'attrazione scompigliando i piani della sicurezza che non avevano preventivato quella sosta, nè, tanto meno, il giro in giostra». Il presidente Andreotti, aggiunge Tauber, «si divertì moltissimo. Credo che quel fuoriprogramma gli abbia regalato per qualche istante la sensazione di essere tornato bambino». Chiusa quella breve parentesi di spensieratezza tutto ritornò come da programma, aggiunge Tauber, «ma non prima di un altro gesto spontaneo. Andreotti notò il gazebo di un'associazione di volontariato dedicata ai bambini: si sfilò ventimila lire dal taschino e le infilò nel raccoglitore delle offerte. Ecco, era un uomo dai tratti imprevedibili, attento a ciò che lo circondava. Io lo ricordo come una persona di spiccata intelligenza e arguzia, molto cortese con chiunque, un vero signore, ma anche una persona che sapeva spiazzarti con una battuta o una decisione improvvisa. Come quella di salire su una giostra per bambini e divertirsi come fa un bambino al parco giochi».E.CARD.

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