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NEGRAR DI VALPOLICELLA

Stalking, rifiuti sui pianerottoli e minacce a 12 vicini: una cinquantenne in cella

La caserma dei carabinieri di Negrar
La caserma dei carabinieri di Negrar
La caserma dei carabinieri di Negrar
La caserma dei carabinieri di Negrar

A.A. ne avrebbe combinate di tutti i colori nel condominio di Negrar. Per anni. Tutti i giorni. 
Insulti, urla, minacce e dispetti a non finire fino a quando i suoi vicini, una dozzina, hanno deciso di rivolgersi ad un avvocato e presentare una denuncia per stalking
. Sono così partite le indagini dei carabinieri che hanno verificato la veridicità dei racconti dei condomini. 
Ed è così scattato l’arresto per stalking e violenza privata per la cinquantenne, originaria del Trentino a metà gennaio. Solo che in un primo momento, le sono stati inflitti gli arresti domiciliari nella sua abitazione con il divieto di uscire da casa e di avere contatti con i suoi vicini e vittime. Non è bastato. Nella caserma dei carabinieri di Negrar, si sono ripresentati pochi giorni fa i condomini di quel palazzo, provati dalle continue intemperanze della cinquantenne. Nonostante la misura cautelare della detenzione a casa, A.A. avrebbe continuato a molestare le sue vittime senza rispettare le disposizioni che le erano state imposte dal giudice. E così i carabinieri sono tornati a bussare in procura, chiedendo l’aggravamento delle misura di restrizione della cinquantenne.

 

È così partita la richiesta del pm accolta dal gip che ha ordinato ai carabinieri di Negrar di recarsi nella casa della signora per trasferirla in una cella del carcere di Montorio, in attesa del processo. E così è avvenuto un paio di giorni fa.
Durante le fasi delle indagini, sarebbero stati eseguiti accertamenti anche sulla salute mentale dell’indagata ma almeno fino ad oggi, non sarebbero emerse patologie psichiatriche. Sarebbero stati sentiti anche dei medici ma nessuno avrebbe rilevato problemi legati alla capacità d’intendere e di volere di A.A. Non è escluso però, che tra i futuri accertamenti, la procura o la stessa difesa della cinquantenne chiedano una perizia psichiatrica.

 

L’indagine dei carabinieri è iniziata nel marzo dello scorso anno quando sono stati chiamati da un condomino del palazzo che si trova a Negrar. L’anziano è apparso particolarmente preoccupato perchè la cinquantenne era solita disturbare i suoi vicini con dispetti quotidiani.
Sono così partite le indagini dei carabinieri della compagnia di Caprino che hanno fatto emergere una situazione di particolare disagio per tutti e 12 residenti di quel condominio oltre che per lo stesso amministratore del palazzo.

 

Sono così venute a galla le condotte della vicina sviluppatesi dal 2018 anche se c’è anche un testimone che parla di molestie iniziate già una decina di anni fa. 
A.A. avrebbe insultato le vittime anche minori con ogni genere di insulti («frocio», «schifosi», «prostituta», per esempio) e una volta, avrebbe anche detto di essere figlia di Matteo Messina Denaro pur di intimidire ancora di più i suoi vicini. Come se non bastasse, più volte avrebbe sparso di immondizie i pianerottoli dei condomini, rendendo a volte difficile il passaggio. 

 

E, in qualche caso, avrebbe anche disattivato i contatori dell’elettricità del palazzo. Un’azione continua proseguita per anni e, racconta chi l’ha vissuta, condita con continue urla e insulti sulle scale. Una vita d’inferno, insomma. La donna avrebbe perfino impedito ad una delle vittime di uscire dal garage con l’auto. Al termine degli accertamenti, lo scorso gennaio è scattato così l’arresto della donna con la misura cautelare degli arresti domiciliari che però, non sono bastati a far finire le molestie. Ai carabinieri non è rimasto che chiedere e ottenere di portare la donna in carcere. 

Giampaolo Chavan

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