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«Proteste e rabbia in zona rossa sono figlie dell’esasperazione»

Giuliana Guadagnini
Giuliana Guadagnini
Giuliana Guadagnini
Giuliana Guadagnini

«Infanzia rubata? Ni: questa definizione è degli adulti, e sta a noi evitare di finire con l'essere dei “ladri”». Giuliana Guadagnini fa la psicologa e dal 2005 lavora con le scuole veronesi di ogni ordine e grado: da un anno monitora con ancora più attenzione il benessere della popolazione scolastica, ascolta i bisogni dei più piccoli ma legge anche quelli dei grandi. «Le proteste e la rabbia scoppiata con quest'ultima zona rossa sono figlie dell'esasperazione, della caduta delle illusioni ma solo in parte sono condivisibili. Posso essere d'accordo con chi ritiene aleatoria la chiusura di nidi e materne, ma credo che nulla sia perduto, che manchino alcune cose a noi come altre sono mancate alle generazioni precedenti, che debba prevalere il buon senso e la razionalità nonostante tutto e ogni giorno», dice. CAMPANELLI D'ALLARME ne registra, «bimbi dell'infanzia o della primaria con crisi di pianto ingiustificato, ma dietro c'è il bisogno delle relazioni anche affettive con coetanei e docenti, Hikikomori (autoisolati, ndr) sempre più precoci, aumento di depressione e autolesionismo negli adolescenti. Un abbandono scolastico più alto in provincia che in città legato a una fobia sociale che spesso è motivato dalla dimensione rassicurante di casa, binge eating (abbuffate incontrollate, ndr) più diffuso in città assieme, però, al binge watching e binge gaming (sovraesposizione a tv, schermi o videogiochi, ndr). Mancano le relazioni e mancano le esperienze ma non le modalità per ovviare», riflette Guadagnini. Ammette di faticare a prevedere l'esatta portata sociale delle esperienze che stiamo vivendo, «ma sono certa che molto di ciò che manca possa essere compensato. Palestre chiuse? Perché non farsi un giro attorno al condominio, magari coi figli? Si parlerà dell'insofferenza, ma si stabilirà un contatto. Giochiamo di più con loro, scordiamoci dei piatti sporchi nel lavandino, interessiamoci di quel che fanno quando sono connessi, facciamoci coinvolgere dai fenomeni che li interessano anche per salvaguardarli da idoli on line che rischiano di farli inciampare in messaggi non adeguati. Guardiamole insieme tante serie tv, può aiutarci a capire il loro mondo e non dimentichiamo i nonni: distanziamento sociale non può essere distanziamento affettivo e non dobbiamo estremizzare nulla per non farlo poi diventare un alibi». È uno sforzo e un impegno notevolissimo che viene chiesto ai genitori: «È vero ed è sicuramente difficilissimo quando la serenità è minata dalle difficoltà economiche, in alcuni casi reali ed enormi, ma io credo che la via sia non far prevalere l'individualismo, recuperare l'obiettività, non rassegnarci per evitare che la nostra insoddisfazione passi sui figli e diventi perpetua». DIFFICILE, spesso, trovare una logica o avere punti fermi: «Vero, basta pensare a didattica a distanza al mattino e giochi al parco al pomeriggio, ma anche alla fatica da Zoom che c'è per la didattica ma non per il tempo libero. Ecco perché non possiamo permetterci di perdere i punti fermi: la cassetta degli attrezzi per affrontare la vita possiamo riempirla, proprio ora, assieme a loro». •

P.D.C.

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