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Vicenza

Accoltella compagno a scuola. «Non ha passato il compito»

L’ingresso del Lampertico, dove sarebbe avvenuto il ferimento di uno studente (Colorfoto)
L’ingresso del Lampertico, dove sarebbe avvenuto il ferimento di uno studente (Colorfoto)
L’ingresso del Lampertico, dove sarebbe avvenuto il ferimento di uno studente (Colorfoto)
L’ingresso del Lampertico, dove sarebbe avvenuto il ferimento di uno studente (Colorfoto)

Lo aveva incontrato in bagno, lo aveva spinto all’interno di una delle toilette e lo aveva affrontato a brutto muso. Quindi, di fronte alla reazione del compagno, aveva estratto un taglierino e lo aveva ferito su un braccio. «E adesso guai a te se parli, la prossima volta ti andrà peggio».

È quanto sarebbe avvenuto, in base alla ricostruzione della procura per i minorenni di Venezia, nell’aprile di quattro anni fa all’interno dell’istituto Lampertico, in città. Ora, per quell’episodio, un giovane vicentino di 21 anni, che all’epoca nei aveva 17, A. S., residente in città, dovrà affrontare il processo per rispondere di lesioni aggravate e di minacce. A causare la sua violenta reazione sarebbe stato il fatto che il compagno, di un anno più giovane, non gli aveva dato una mano durante una verifica scritta in classe, qualche ora prima.


Il grave episodio era stato ricostruito a distanza di diverse settimane dalla questura, che aveva denunciato al termine degli accertamenti A. S. Inizialmente quest’ultimo pareva intenzionato a chiedere la messa alla prova, ma poi avrebbe cambiato idea preferendo il dibattimento in cui tentare di dimostrare la sua innocenza.

La presunta vittima dell’aggressione si era talmente spaventata da non voler informare professori e dirigenza della scuola, del tutto estranea alla vicenda. Lo studente, infatti, non ne parlò in classe, né chiese aiuto; quel giorno si limitò a pulire il sangue e a cercare di tamponare la ferita, comunque superficiale, con carta igienica e fazzoletti. Poi tornò in classe e continuò le lezioni. Fu solamente nel pomeriggio che ne parlò con mamma e papà, che per sicurezza lo accompagnarono al pronto soccorso dove venne visitato, medicato e giudicato guaribile in 5 giorni. Gli stessi genitori attesero prima di recarsi in questura: ritenevano che il gesto andasse perseguito dalla giustizia, ma il figlio era preoccupato dall’idea di una possibile ritorsione da parte di A. S., che in altre occasioni nei suoi confronti si sarebbe comportato come un bulletto di periferia. Da quanto ricostruito, quella mattina prima dell’inizio delle lezioni l’imputato avrebbe preso da una parte il compagno e gli avrebbe intimato di dargli una mano con il compito. E, poiché questo non era avvenuto (la vittima temeva di essere scoperto dagli insegnanti), l’altro aveva atteso il momento per affrontare lo studente e fargliela pagare. Come sarebbe avvenuto.

Da comprendere perché l’allievo si fosse recato a scuola con una lama
Va detto che, al termine dell’anno scolastico, i due ragazzi avevano preso strade diverse e non avevano più avuto modo di incontrarsi. Ora è possibile che avvenga in aula, dove l’imputato avrà modo di fornire la sua versione dei fatti e di professare la sua estraneità. 

 

Diego Neri

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