<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
L'intervista

Sofia Goggia: «Verona mi dà quello che mi serve. E a Cortina voglio l’oro»

L’azzurra ha preso casa nella nostra città: «È il posto dove mi sento bene e dove posso allenarmi al top alla palestra Magnitudo col preparatore Di Giorgio»
Sofia Goggia in piazza Bra
Sofia Goggia in piazza Bra
Sofia Goggia in piazza Bra
Sofia Goggia in piazza Bra

Verona è diventata ormai la seconda casa di Sofia Goggia. Non più solo simbolicamente, visto che la campionessa di sci alpino medaglia d’oro a Pyeongchang nel 2018 da quattro anni frequenta in maniera assidua la palestra Magnitudo di via della Scienza per i suoi allenamenti. Adesso anche fisicamente. La rivelazione, un po' a sorpresa, dal palco del Festival dello Sport di Trento: «Verona è il posto dove mi sento bene e dove adesso ho anche preso casa». Acquisto oppure affitto poco importa, anche perché sulle modalità contrattuali scelte la Goggia non ha voluto sbilanciarsi. Quello che si sa è che si tratta di una villetta immersa nel verde sulle prime alture di Parona dove l’atleta bergamasca si è trasferita stabilmente durante l’estate. E dove, stando a quanto racconta attraverso l’ausilio dei social, si trova molto bene anche il suo amato cane Belle.

Com’è nata l’idea di trasferirti a Verona?

Verona è entrata a far parte della mia vita quattro anni fa quando ho iniziato a lavorare con il preparatore atletico Flavio Di Giorgio. Un giorno mi ha detto: “Per dare continuità al lavoro sarebbe opportuno che ti trasferissi qui“ e io non ci ho pensato su due volte. Mi segue nel lavoro fisico programmato durante l’estate ma anche durante l'inverno in tempo di gare. La continuità d’allenamento per me è molto importante, per questo motivo ho deciso di prendere casa a Verona dove mi sono trovata bene da subito anche se non posso negare che ogni tanto l’aria di Bergamo mi manca. Per fortuna le distanze sono contenute, riesco a spostarmi da una parte all’altra facilmente. Anche questo ha pesato nelle scelte.

Che idea ti sei fatta di Verona, ancor di più adesso che la frequenti con maggiore assiduità?

Sono qui per allenarmi, la priorità era e resta quella. Però la cosa importante è che qui a Verona sono riuscita a ritagliarmi in poco tempo un contesto che mi permette da una parte di svagarmi di testa e dall’altro di poter vivere ed allenarmi garantendomi la giusta serenità. Sono molto felice dalla scelta fatta.

A proposito di allenamenti, qual è la giornata tipo di Sofia Goggia a Verona?

Se dico che frequento una delle migliori palestre presenti nel panorama italiano non è uno spot pubblicitario ma una considerazione in cui credo fermamente, frutto dell’esperienza vissuta soprattutto quando le cose per me non stavano andando benissimo, vedi infortuni vari. È una struttura all'avanguardia, gli allenamenti sono esclusivamente fisici. Durante l’estate in modo particolare mi alleno tutti i giorni con doppie sedute, una a mattino e una al pomeriggio. Sono allenamenti faticosi ma molto importanti per quando bisogna poi rimettere gli sci ai piedi.

Hai un ricordo particolare che ti lega alla palestra Magnitudo ed al suo staff a partire dal tuo preparatore Flavio Di Giorgio di questi quattro anni?

on ho ricordi specifici ma la consapevolezza di aver intrapreso il percorso più giusto per me. È il posto dove ho deciso di concentrare i momenti cruciali della mia carriera. Soprattutto dopo l’infortunio di Cortina, il recupero lampo che mi ha permesso di andare alle Olimpiadi di Pechino e vincere la medaglia d’argento lo devo al tanto lavoro svolto a Verona.

Chiusura dedicata ai prossimi obiettivi da inseguire.

Presto inizierà la stagione di coppa del mondo ma per ogni atleta le Olimpiadi restano il grande sogno. Ho avuto la fortuna di vincere l’oro nel 2018 a Pyeongchang mentre l’argento di Pechino 2022 mi è rimasto un po' sul groppone anche se, per come si erano messe le cose e con un recupero lampo a dodici giorni dall’infortunio di Cortina, quell’argento vale come un oro. Però un oro non è quindi proverò a rifarmi a Milano-Cortina 2026. La fame non mi manca.

Gianluca De Rosa

Suggerimenti