<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La tragedia di Valeggio

Braccia alzate al traguardo per ricordare Stefano: «Ha preso la strada del cielo»

di Alessandra Vaccari
Il ricordo del giovane morto in un incidente in scooter a Valeggio
Stefano Diaferio e gli omaggi degli amici
Stefano Diaferio e gli omaggi degli amici
Stefano Diaferio e gli omaggi degli amici
Stefano Diaferio e gli omaggi degli amici

Dolore, dediche sulle magliette, giovani ciclisti che tagliano il traguardo e alzano il braccio verso il cielo. Immagini che scorrono assieme alle lacrime. Non è stato un fine settimana come gli altri quello appena passato per gli amanti del ciclismo e per gli sportivi. Perchè a rendere amara ogni vittoria c’è stato sempre il dolore per la morte di Stefano Diaferio, il giovane campione, promessa della mountain bike.

«Lo aspettavano quest'oggi a Stevenà di Caneva (Pordenone) per l'ennesima gara di mountain bike nella categoria juniores, era già pronto il numero 24 che avrebbe dovuto spillare alla sua maglia della SC Barbieri di Valeggio sul Mincio. Ma Stefano Diaferio non ci sarà, ha preso la strada del cielo e come scrive su Facebook la sua squadra, domani la sua gara sarà sugli Sterrati del Paradiso». «Nessuno muore sulla terra finchè vive nel cuore di chi resta».

«Eri, sei, sarai sempre». Sono soltanto alcuni dei messaggi scritti sul profilo Facebook dell’ Sc Barbieri, la società per la quale Stefano Diaferio, il giovane di Valeggio sul Mincio deceduto in un incidente venerdì pomeriggio, correva.

Il ragazzo ha perso il controllo della moto Aprilia 125 uscendo di strada in via Galileo Ferraris, alle porte della frazione San Graziano di Valeggio alle 17.45. Aveva 18 anni, Stefano. È morto poco dopo l’impatto che non ha coinvolto altri mezzi. 
La strada è un lungo rettilineo che porta dritto in paese, anticipata da una semicurva all’altezza dei Foroni. Sul posto i soccorritori del Suem e l’elicottero di Verona emergenza, ma per Diaferio non c’è stato niente da fare. Nonostante i tentativi di rianimarlo il ragazzo è spirato poco più tardi.

Leggi anche
Lo strazio per Stefano: «Non era mai triste, ci spronava tutti». Paola Pezzo: «L'ho visto crescere»

Il dolore del mondo del ciclismo

«Tutto il mondo del ciclismo veronese si stringe attorno alla famiglia Diaferio e agli amici dell'Sc Barbieri per la tragedia che ha colpito Stefano e tutta la comunità di Valeggio sul Mincio. Non lo ricorderemo solo come atleta ma anche come un ragazzo veramente dal cuore d'oro», le parole scritte dal Comitato provinciale Verona Fci.

Nel mondo del ciclismo ieri non si parlava d’altro. La Federazione ciclistica italiana, ha invitato tutti gli affiliati e tesserati ad osservare un minuto di silenzio in occasione di tutte le manifestazioni che si svolgevano in Italia nel fine settimana per onorare la memoria del ciclista.

Al termine della Gran Fondo Durello, Mattia Stenico ha voluto ricordare l’amico: «Ho avuto la notizia sabato sera. Mi dispiace molto, volevo dedicare questa gara a Stefano. L’ho conosciuto da G5 era un avversario e un amico, ho fatto dei percorsi con lui, scherzavamo spesso. Quello che è accaduto è molto triste, auguro alla sua famiglia di riuscire ad andare avanti nonostante tutto».
Sono state tante le corse di ieri e molte quelle in cui il giovane Stefano è stato ricordato con parole e video, dediche.

«Ho visto Stefano crescere», ricorda Ettore Cordioli presidente dell’Sc Barbieri, «la sua è una famiglia meravigliosa, anche i genitori sempre con il sorriso. E Stefano era il loro specchio, gentile e sempre sorridente, ed era davvero una promessa, un bravo atleta. La moto era della sorella che era a Malta per studio ed è rientrata sabato sera dopo aver ricevuto la drammatica notizia». 
I funerali non sono ancora stati stabiliti, c’è di mezzo l’autopsia che verrà eseguita probabilmente oggi e quindi la famiglia deciderà per le esequie. 

Suggerimenti