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Tav, continua il braccio di ferro
«Il progetto non è modificabile»

Un treno ad alta velocità: la Tav continua a far discutere
Un treno ad alta velocità: la Tav continua a far discutere
Un treno ad alta velocità: la Tav continua a far discutere
Un treno ad alta velocità: la Tav continua a far discutere

«Mi auguro che la consigliera Bolognesi provi vergogna per le affermazioni fatte in merito al problema Alta velocità/Alta capacità». Inizia così la lunga replica della sindaca di Peschiera Maria Orietta Gaiulli alle dichiarazioni della consigliera di opposizione Giuditta Bolognesi, che aveva criticato la decisione del Comune di non presentare un secondo ricorso al Tar del Lazio (dopo quello in materia ambientale presentato in primavera) per frenare la Tav, in questo caso contestando il rinnovo del vincolo sui terreni che saranno espropriati. Una scelta presa in accordo con altri Comuni limitrofi interessati dal passaggio della linea, ma giudicata da Bolognesi incoerente rispetto ai «grandi proclami» dell’amministrazione Gaiulli, che a inizio mandato aveva usato anche una metafora forte per esprimere la contrarietà all’opera («Ci legheremo ai binari», era stato detto in un’assemblea pubblica).

Negli ultimi due anni Peschiera e altri Comuni hanno portato avanti trattative con Rete ferroviaria italiana (Rfi), Italferr e Cepav Due (cui è in capo la realizzazione della tratta Brescia-Verona) per cercare di ottenere opere compensative e di mitigazione ambientale per il territorio, fino ad arrivare qualche settimana fa alla firma di documenti che per la prima volta mettono nero su bianco le opere che dovrebbero essere concesse. «Abbiamo proposto ricorso al Tar con altri Comuni per ottenere l’annullamento di tutti gli atti fondanti il progetto Tav», replica Gaiulli riferendosi al ricorso presentato in primavera. «I ricorsi hanno dei costi che ricadono sulle tasche dei cittadini di Peschiera, ma forse per Bolognesi questo non è un problema». Quindi l’attacco politico: «Proprio Bolognesi che fa parte del Partito democratico oggi al governo si permette di giudicare gli sforzi fatti dalla mia amministrazione per contrastare questo infame progetto? Perché non chiede al suo amico Renzi di rinunciare e spendere i soldi per sistemare la rete ferroviaria esistente? O non chiede perché il suo amico D’Arienzo, deputato veronese del Pd, è favorevole alla Tav? Preso atto dell’impossibilità di impedire o modificare il progetto, dopo dure contrattazioni, cosa avremmo dovuto fare? Chiudere occhi e orecchi o tentare almeno di ottenere il meglio dalla trattativa in corso?». Gaiulli riconosce il lavoro svolto dal vicesindaco Tiziano Cimarelli, «che ha consentito di modificare le iniziali previsioni del progettisti» ricordando «l’eliminazione del cantiere della Mano di Ferro, lo spostamento nel comune di Pozzolengo di quello previsto in località Massoni e la riduzione del cantiere in località Frassino».

Anche Bolognesi rispedisce le accuse al mittente. «Non provo vergogna per quanto dichiarato», risponde, «non sono così intima di Renzi, altrimenti avrei speso parole anche con lui. L’ho fatto con il ministro Delrio quando è venuto a Verona e ha incontrato le amministrazioni comunali del territorio interessato dalla Tav, incontro cui non era presente nessuno dell’amministrazione di Peschiera».

«Della necessità che sul nostro territorio si facesse qualcosa di diverso», dice Bolognesi, «ho sempre parlato a qualunque politico provinciale, regionale e nazionale anche prima di essere consigliere di opposizione, interessando anche i referenti politici dei partiti più vicini al sindaco che hanno governato la nostra Regione negli ultimi vent’anni senza mai fare nulla per cambiare la Tav». E conclude: «Certo che il ricorso ha dei costi, ma credo che i cittadini di Peschiera sarebbero felici di spendere qualche euro, perché su questo tema il paese ha una visione unitaria». K.F.

Katia Ferraro

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